Regia di Kornél Mundruczó vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: QUEL GIORNO TU SARAI
Mamma mia che cosa è stato per me conoscere, “Cinematograficamente parlando”, la coppia Kornél Mundruczó e Kata Wéber.
Visivamente devastanti, una capacità di scrittura al limite della perfezione.
Già da Pieces of Woman e dal piano sequenza iniziale di quei primi e interminabili 20 minuti di sofferenza che mi sono detto, questi due non me li levo di dosso.
E Quel Giorno tu sarai è una incredibile conferma, e non è un caso che il loro padrino di eccezione è un tal Martin Scorsese.
È un roboante viaggio visivo ed emotivo all’interno della storia di una famiglia di origine ebraica.
Il titolo originale, Evolution, meglio rappresenta questo racconto diviso in tre capitoli (Eva, Lena, Jonas) perché fa capire come il dramma dell’Olocausto si sia radicalizzato o meno in tutti questi anni da nonna a nipote.
Quel giorno tu sarai è un vero e autentico film da Giornata della Memoria proprio perché la Memoria è la vera protagonista, il vero filo conduttore che terrà uniti i protagonisti della storia. Sia con la s minuscola che quella maiuscola.
Un trittico generazionale che ha una sua personalità registica e una potenza stilistica sconvolgente.
Eva è ambientata in un campo di concentramento appena liberato dai russi, un gruppo di persone pulisce le docce quasi dovessero eliminare ogni traccia di quello che è accaduto. Ma l’orrore è nascosto dento le pareti, da capelli che escono da per tutto.
E in quel contesto di freddo e morte, ad un certo punto accade il miracolo. Il pianto di una bambina che simboleggia la vita, forse per questo che viene chiamata come la prima donna.
È un racconto breve, parlato pochissimo, tutto giocato su un piano sequenza misto tra disperazione e gioia finale.
Con Lena la storia si sposta sul conflitto madre-Figlia, la cerimonia di commemorazione per le vittime dello Shoah diventa il pretesto per capire che cosa vuol dire essere ebrei oggi.
L’importanza di dimostrare la prova dell’orrore.
Uno scontro tra una donna ormai vecchia che non vuole più ricordare e una figlia che ha la necessità di ricordare se vuole continuare a vivere in questa società.
Un botta e risposta che mi ha ricordato molto il The Father con Anthony Hopkins, un dramma quasi claustrofobico dove il regista non stacca e sta sempre addosso in attesa dello scontro.
E infine Jonas, il presente e il futuro. Un ragazzo molto timido più segnato dalle scelte della madre che dal dolore della nonna. Un ragazzo che vive il suo essere ebreo come uno zombie all’interno di una comunità berlinese multietnica dove convive con ragazzi nostalgici del passato e con ragazzi arabi che rappresentano il nuovo modo di vedere la realtà in modo conflittuale.
Ma è proprio Jonas che lancerà il vero messaggio di speranza con l’unica arma che ha a disposizione: l’amore.
Quel Giorno tu sarai è un film bellissimo dove ogni attore riesce a impreziosire con la propria interpretazione ogni segmento che compone la trama e si lascia raccontare e leggere dalla bravura e la maestria di questa coppia di registi/sceneggiatori che non usciranno mai più dalla mia vita.
Voto 8,5
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