Regia di Don Bluth, Gary Goldman vedi scheda film
Il veterano Don Bluth e il suo sodale Gary Goldman circa 2 anni fa fecero una scommessa: realizzare in soli 19 mesi un film d’animazione di fantascienza, che mescolasse l’animazione 2-D e quella 3-D generata dal computer. Una scommessa parzialmente vinta perché, dal punto di vista dell’animazione, il risultato è sorprendente. I personaggi disegnati in 2-D si mescolano efficacemente alle sequenze digitali, di grande impatto spettacolare e che lasciano il segno, come quella dell’esplosione del globo terrestre, provocata dalla razza guerriera aliena e i Drej, creature di pura energia. Siamo nel 3028 e i terrestri superstiti alla mattanza iniziano una dolorosa diaspora nello spazio. La loro speranza si chiama Titan, un‘astronave portentosa in grado di creare un nuovo Eden, progettata dal padre del giovane Cale e nascosta lassù, in qualche anfratto dello spazio, in attesa che il predestinato Cale la metta in funzione. Una sorta di ricerca del Graal attraverso gli spazi interstellari, originalmente pensata per un film live action, che assembla immagini e vicende déjà vu di “Guerre stellari” e “Star Trek”. Ma se l’animazione seduce, non altrettanto accade per la sceneggiatura, debole, scontata e condita da dialoghi svogliati.
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