Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Quando la cosa migliore d'un film sono i titoli di coda, probabilmente, qualcosa è andato storto. Nel caso di questo 'High fidelity', invece, è tutto l'opposto: ci troviamo di fronte ad una "drittata" coi fiocchi. Confezione furbissima, humour 'estorto', meccanismi di 'riconoscimento/identificazione' oliati alla perfezione, ammiccamenti un po' ovunque e cast 'caruccio'. Mancano solo stile & sincerità: quisquilie, a giudicare dagli standard a cui la "New Comedy" simil-Sex & the City sembra aver abituato un certo, vastissimo, target. Hornby, in questo, si conferma perfetto cantore - complice, mai critico - d'una generazione post-yuppistica di noncuranti & depressi, di neurotici & cenerentole al lexodan, di peter pan 'vintage' & arrivisti mai arrivati. La superficialità ammiccante e 'tipografata' con cui vengon ritratte queste sbiadite caricature d'essere umano risulterebbe pure minimamente comica, se non fosse così irritantemente compiaciuta ed (auto)indulgente. Non c'è un solo, misero, personaggio che non sia perfetta Incarnazione d'uno stereotipo dilagante. Ma la chiamano "sofisticated comedy"... Resta un peccato vedere un autore maiuscolo come Frears prestarsi a tale sarabanda di ovvietà. Ben guarnite, certo. Doverosamente rese 'piacevoli'. Dette quasi con garbo. E marcescenti ad ogni sillaba, com'è, del resto, la quotidianità del 'dire sentimentale' nell'Occidente del cinismo post-Tutto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta