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Alta fedeltà

Regia di Stephen Frears vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Alta fedeltà

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Nick Hornby ritorna al cinema, oggi in formato Blu-Ray e DVD, fra riff di chitarra e conoscenza tassonomica di tutto quel che ruota attorno al mondo del vinile. È questa la sfida alla quale si sottopone John Cusack, qui in splendida forma e forse protagonista della sua migliore performance di sempre, nel ruolo di Rob Gordon, spiantato proprietario del Championship Vinyl, negozio di dischi della periferia di Chicago popolato da un paio di commessi che stabilmente bivaccano al suo interno parlando di musica rock e di ‘top five’, ovviamente musicali.

 

Questo l'incipit della pellicola diretta dall'inglese Stephen Frears, in bilico fra la commedia brillante che richiama Clerks – Commessi (Clerks; 1994) e quella più spiccatamente sentimentale di matrice britannica. Perché - ed è qui che la pellicola s'intreccia con la parte maggiormente sentimentale del protagonista - Rob ama ancora la sua fidanzata Laura, interpretata dall’attrice danese Iben Hjele, alla sua prima performance distante dalla madre patria, ma non riuscendo a capacitarsi del suo abbandono decide imprudentemente d'incontrare i suoi fallimenti sentimentali precedenti per capire cosa l'abbia sempre portato a sbagliare in amore.

 

Frears decise di spostare la location del romanzo di Hornby dall'originaria Londra alla patria del Blues (Chicago) per ragioni di appeal nei confronti del mondo a stelle e strisce, riuscendo a non snaturare una trama solida e profonda, fatta di momenti di musica soft e battute al vetriolo del super appassionato di musica Jack Black, presente nel suo primo ruolo di spalla brillante di ‘grande peso’.

 

Fra le attrici che appaiono come vecchie fiamme di Rob s'intravedono future star: Catherine Zeta Jones in seguito divenuta la consorte di Michael Douglas, e Lisa Bonet, nota al pubblico per essere stata tra le protagoniste de I Robinson (The Cosby Show; 1984-1992) alle due s'aggiungono anche le incursioni di Tim Robbins e Bruce springsteen in due veloci cameo.

 

Pellicola alla quale venne aggiunto il tocco, inizialmente mal digerito da Cusack, di far sfondare al protagonista la quarta parete, obbligandolo a parlare in camera ma riuscendo così ad aggiungere un piacevole tocco di surrealismo a un film già così molto godibile. Pellicola da recuperare se siete amanti della musica made in UK e USA. Se amate classificare attraverso top five ogni aspetto della vostra vita. Se desiderate parlare di musica e vita, affettiva e non, nella stessa misura. In tutti questi casi il film prodotto dallo stesso Cusack non vi deluderà nemmeno a distanza di più di venti anni.

 

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