Regia di Stephen Frears vedi scheda film
Un negozio di dischi come quelli che esistevano trent’anni fa, un grande vano con espositori perché i “piattoni” occupavano un sacco di spazio, le copertine degli album pronte ad essere sfiorate dalle dita dei clienti, ognuna a nascondere un mondo misterioso dietro immagini accattivanti. Bastava dare un’occhiata e subito saltavano alla vista le opere di culto. L’urlo deformato del primo disco dei King Crimson o il quadretto sulla parete fatiscente che raffigurava un vecchietto sotto la fascina di legna o ancora visioni di mondi alieni con isole sospese nel vuoto (Led Zeppelin e Yes, nella remota possibilità che non si fosse afferrato il riferimento) erano immagini che catturavano l’occhio dell’appassionato, e poi album sconosciuti, gruppi dai nomi strampalati e si cercava di capire cosa si celasse dietro il logo.
E c’era sempre il disco della vita, quello che cercavi e non trovavi mai, e ogni volta che per qualche motivo (gita scolastica, trasferta di lavoro o chissà che altro) capitavi in una città mai visitata allora era d’obbligo ritagliarsi una mezz’ora per capire dove poter trovare il locale spaccio per drogati del rock, sperando di trovare lì proprio quel titolo su cui altrove mai eri riuscito a mettere le mani.
Lunga introduzione (e immagino che molti fra i miei coetanei si siano ritrovati in queste parole) per parlare dello spirito che anima Alta Fedeltà, film di Stephen Frears tratto da un romanzo di Nick Hornby.
Rispetto al libro cambia l’ambientazione, non più Londra ma la periferia di Chicago, ma non cambia lo spirito. Che poi è lo stesso che ho descritto nelle righe introduttive a questa recensione, a dimostrazione che quando si parla di passione per il rock variano le latitudini ma non i comportamenti
Rob Gordon (John Cusack) è il proprietario di un negozio di dischi e come tutti i negozianti del genere non è (e non può essere) un semplice rivenditore. Chi vende rock non lo fa solo per guadagno ma anche per predisposizione, chiunque si poteva aprire una boutique (vabbé proprio chiunque no, però passatemi il concetto, siate buoni....) ma solo chi sentiva la musica come parte fondamentale della propria esistenza poteva avere l’ardire di mettersi dietro un bancone ed elargire vinili. E già perché dell’epoca del vinile stiamo parlando, il CD ha almeno parzialmente cancellato quel mondo/modo di vivere quella passione.
Rob dunque vive per il suo negozio, ha due commessi (tra cui spicca Barry, un Jack Black al suo primo ruolo di una certa rilevanza) che più che lavorare per lui sembrano capitati lì per caso e che condividono con il proprietario una cultura enciclopedica (ovviamente rock), e si diverte a stilare classifiche “top five” sui più svariati argomenti e temi della vita quotidiana.
Rob appare come uno sconclusionato, in bilico tra un’adolescenza ormai tramontata da un pezzo e un’età adulta che sarà pur arrivata ma non è mai stata troppo considerata. Le sue classifiche e le sue digressioni musicali sono l’occasione per riflessioni sulla propria vita e i propri sbagli, fino alla conclusione di avere la felicità in casa nelle fattezze della ex fidanzata Laura (poi ritrovata, tranquilli).
Commedia piacevole ma non eccezionale, Alta Fedeltà risulta schiacciata dalla preponderanza dei monologhi del protagonista che vanno ad inficiare sulla struttura narrativa complessiva, col risultato di rendere allo spettatore un senso di scollamento tra una scena e l’altra, e di restituire una pellicola che procede a “scatti”, pur se non mancano momenti divertenti.
Un film che merita sicuramente la sufficienza, anche grazie al cameo del boss Bruce Springsteen, ma nulla di più
Rob Gordon (John Cusak): "Insomma, che cosa devo fare? Devo continuare a svolazzare di fiore in fiore per tutta la vita finché ne vedo sbocciare uno? Devo mandare tutto a monte ogni volta che conosco una ragazza nuova? Dall'età di quattordici anni ho lasciato che fossero i testicoli a decidere. E francamente, sono giunto alla conclusione che i miei testicoli non ci capiscono un cazzo"
Bravo attore non sempre valorizzato come merita, ho l'impressione che debba ancora trovare il ruolo della sua vita. Qui è molto in parte.
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