Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Un gruppo di astronauti va in missione su Marte e ci trova più "vitalità" del previsto. I primi quaranta minuti abbondanti non sarebbero neanche così disdicevoli, non fosse per i dialoghi altalenanti ed un cast smorto (come si possa scegliere quella faccia di ghiaccio di Gary Sinise per interpretare il sognatore dal cuore d'oro fatico a capirlo...), ma da lì in avanti è un precipitare verso il baratro: oltre a delle reazioni umane inesistenti (roba della serie "Abbiamo appena scoperto una civiltà aliena. Caspita. Siamo proprio contenti." col tono più monocorde possibile), il tutto non è altro che una rimasticatura stantia e noiosissima delle vecchie storie sugli antichi astronauti in una salsa digeribile per tutta la famiglia, è un Incontri ravvicinati del terzo tipo senza sentimento, un The Abyss svogliato e privo di consapevolezza, un Solaris senza neanche un miliardesimo della profondità dell'opera di Tarkovskij. Gli ultimi venti minuti poi, col pupazzone in computer grafica che fa sembrare fotorealistici i videogiochi degli anni '90 e la rievocazione di ricordi per i quali è stato impossibile sviluppare un qualsivoglia attaccamento rendendo vano il picco emotivo, sono il baratro trash di questa operazione fallimentare, in cui di De Palma c'è forse solo il guizzo tecnico della scena di ballo senza gravità. Come ciliegina sulla torta, la colonna sonora di Morricone è fra le più anonime da lui composte.
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