Regia di Milos Forman vedi scheda film
Un film su uno di quei personaggi che indubbiamente hanno sempre attirato l'attenzione di Milos Forman, tenacemente perdenti, oppure perdenti con rabbia, che si ribellano alla sfortuna ma che si rifiutano di approfittare della fortuna che capita loro. L'Andy Kaufman descritto da Forman si arrende soltanto sul lettino del ciarlatano filippino che millanta di estrarre i tumori con le mani, quando scopre di avere subito la più atroce delle burle, più cattiva di tutte quelle che aveva escogitato durante la propria carriera e la propria vita (che erano la stessa cosa) ai danni del pubblico. Kaufman subisce il furto della speranza e cede le armi alla morte, uno spettatore che non si può beffare.
Ma Man on the Moon è anche l'ennesima occasione di ammirare il talento trasformistico di Jim Carrey, una volta tanto messa al servizio di un soggetto e di una sceneggiatura decenti, che raccontano una storia vera e soprattutto con un significato: misterioso com'è la vita, per dirla con molti cineasti dei nostri tempi che hanno smesso di volervi a tutti i costi trovare un'escatologia. La vita che prese a braccetto questo antiumorista e lo accompagnò ridendo nell'aldilà, nonostante che qualcuno, ancora oggi, sostenga che lo showman non sia mai morto (ma mitomani del genere si sono sbizzarriti anche con Jim Morrison, Elvis Presley ed altri personaggi dello spettacolo).
Ottime e funzionali alla riuscita del film le prestazioni di Danny De Vito e Paul Giamatti.
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