Regia di Milos Forman vedi scheda film
Jim Carrey nel film più strano degli ultimi anni. Sin dall’incipit, il film sciorina la sua atipicità, dichiarando apertamente di non gradire una certa tipologia di spettatori, fingendo di essere nel suo finale piuttosto che all’inizio della pellicola. Il film narra abbastanza originalmente la storia di Andy Kauffman, giovane genio della comunicazione, che ottiene fortuna nel mondo dello spettacolo per una sua vena sarcastica improntata sulla sdrammatizzazione degli argomenti più scabrosi (morte, cancro, droga). I suoi numeri tendono a colpire lo spettatore; gli spettacoli di Andy, come del suo alter ego stronzo Tony, sono estremamente inverosimili, eppure pieni di realtà. Andy crede che inscenare i drammi quotidiani sia un modo per sdrammatizzare e avvicinare tutti alla realtà. Il pubblico però lo prende come un comico, nonostante lui non si ritenga tale: il suo sarcasmo di matrice sociologica è semplicemente preso come una provocazione. Eppure, nonostante le difficoltà, Andy lascerà il segno e verrà ricordato. Seppur come comico.
Nonostante alcune sottotrame del film siano poco funzionali (la frequentazione religiosa o la maggior parte delle scene relative al wrestling), alla fine la pellicola raggiunge il suo scopo e l’opera del grande maestro Forman coglie nel segno, pur non dimostrandosi il capolavoro da molti atteso.
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