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Man on the Moon

Regia di Milos Forman vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Man on the Moon

di Andreotti_Ciro
8 stelle

Showman e non comico. Solitario ma capace di salire sul palco per deliziare migliaia di persone. Intrattenitore ma ai limiti della misoginia senza sapere mai cosa gli passasse per la mente. Milos Forman nel 1999 ci offrì un ennesimo biopic monumentale, dopo Amadeus (id; 1984) e Larry Flynt - Oltre lo scandalo (The People vs. Larry Flynt; 1996). L’ennesima narrazione di un personaggio controverso, difficile da inquadrare, comprendere, incasellare. La vita dell’uomo di spettacolo Andy Kaufman, diventato famoso anche nella nostra penisola grazie alla serie televisiva Taxi (id.; 1978 – 1983); completa immersione comico - surreale nel mondo dei tassisti del turno di notte di Manhattan, offrendoci nella sua parte uno dei mostri sacri, e tra i più sottovalutati, della comicità e commedia statunitense: Jim Carrey, che di Kaufman prima di tutto è stato un fan sfegatato e che ha fatto di tutto per poterlo impersonare. Riuscendo a calarsi in una parte che per sua stessa ammissione lo ha cambiato completamente. Svuotandolo del tutto della propria personalità e trasformandololentamente nel comico scomparso nel 1984 ad appena trentacinque anni.

 

Al termine della pellicola i dubbi su chi fosse Kaufman rimangono ma sono affiancati dall’apprezzamento per una storia che ha numerosi risvolti inspiegabili, perché inspiegabile rimane l’animo di un artista che non è mai stato inquadrato nel mainstream, che soffrì terribilmente la scelta di piegarsi alle regole televisive, che non riuscì mai ad accettare la sua fama giunta improvvisa, ma non troppo, grazie al ruolo di un meccanico immigrato di origine Polacca che parlava in falsetto, al punto di schernirsi di fronte a chi lo incontrava nel corso della giornata nella tavola calda dove lavorava come inserviente, altra particolarità ai margini dell’anti humour del quale Kaufman si faceva portavoce.

 

Una pellicola impreziosita da numerosi co-protagonisti. Dal cast di Taxi, ritornato quasi al completo per i dietro le quinte dello spettacolo, a Paul Giamatti, nel ruolo dell’amico storico Bob Zmuda, con il quale Kaufman divideva ogni scelta artistica e scherzo feroce, a Courtney Love nel ruolo della fidanzata di Andy, a Danny De Vito che per sé ha riservato il ruolo di George Shapiro, agente di Andy fino alla splendida colonna sonora interpretata dai R.E.M. cui la pellicola deve il titolo. Per concludersi con Jim Carrey, del quale abbiamo già parlato, e che curiosamente è stato accostato alla figura di Kaufman non solo per le sue capacità recitative, ma come l’ultimo “scherzo” di un attore che si potrebbe essere finto morto e una volta sottopostosi a interventi di chirurgia plastica si sia risvegliato nei panni proprio di Carrey.

 

Una pellicola quindi eccellente e perfetta per riscoprire le gesta di uno dei più strani e controversi uomini di spettacolo della TV americana di fine anni ‘70

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