Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Cronaca di una giornata trascorsa da Francesca, studentessa della buona borghesia romana: marina la scuola per andare a trovare un architetto di cui è infatuata, va a fare shopping con la madre spiantata di un’amica, conosce un gigolo, partecipa a una gita ai Castelli col gruppo di suo fratello, alla sera perde la verginità con l’architetto. Film notevolmente spregiudicato per l’epoca, non ha paura di sembrare amorale nel mostrare l’amoralità e nel trattare questioni di sesso in modo esplicito. Altrettanto notevole, però, è la goffaggine con cui i personaggi manifestano la propria interiorità: leziose le conversazioni con le compagne di scuola, banalmente didascaliche quelle con quasi tutti gli altri personaggi secondari, gratuita l’ultima silenziosa inquadratura con sguardo in macchina. Ma il difetto principale è che qui nessuno suscita simpatia, nessuno cerca di accattivarsi la complicità dello spettatore o anche solo di apparire meno mediocre di quanto sia: manca il coinvolgimento emotivo, manca una catarsi. È un film durante la cui visione ci si sente un po’ guardoni, e non per i motivi addotti dalla censura.
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