Regia di Jafar Panahi vedi scheda film
"Il cerchio" si distingue subito per la sua distanza sia dal modello kiarostamiano, lineare e composto, sia dal metaforismo dei Mahkmalbaf; Panahi propone uno stile cupo, brusco, quasi concitato in certi punti, piu' dialogato rispetto ad altri film iraniani, meno rarefatto. Personalmente credo che il capolavoro di Panahi resti "Lo specchio", complessivamente piu' riuscito, originale, denso e armonioso; tuttavia ritengo "Il cerchio" un'opera interessante e innovativa nella struttura narrativa e nel sistema dei personaggi. Le protagoniste del film si danno, per cosi' dire, il cambio, si passano il testimone, cosi' che alla fine si ha l'idea di un'unica protagonista: la Donna, rappresentata esaustivamente in tutti gli aspetti della sua drammatica e paradossale condizione. L'idea di partenza e' quindi originale ed e' valorizzata da piani-sequenza mai gratuiti, ma sempre a supporto del contenuto (il cerchio e' quello della condizione femminile, simbolo non solo di ineluttabilita', ma anche di solidarieta' e sorellanza); tuttavia non mancano squilibri e scompensi, e il film alterna quindi momenti geniali ad altri piu' prolissi. Comunque da vedere
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta