Regia di Woody Allen vedi scheda film
Woody Allen ripropone ancora un fittizio documentario, questa volta su un chitarrista, Emmet Ray, grande talento ma con una vita irregolare e dunque senza regole; il tipico genio&sregolatezza. Allen ci trasporta in una favola e siamo condotti per tutto il film dolcemente in compagnia di uno dei più grandi talenti musicali che però non riesce a fare quel passo che gli consentirebbe di divenire davvero il più grande chitarrista del mondo all'epoca, il cui ruolo era detenuto da Django Reinhardt (personaggio invece realmente esistito). Emmet è un essere umano e tutta la sua umanità viene fuori nella sua fragilità, nel suo vivere alla giornata che gli costerà perdite di soldi e lavoro o persino nella scelta delle ragazze con cui va a letto. Eppure è consapevole che il suo modo di vivere non lo porta da nessuna parte ed è consapevole di avere un'anima e dei sentimenti che però non vuole e non riesce a tirar fuori e che forse gli consentirebbero di consacrarlo come miglior chitarrista di sempre. Insomma si lega affettivamente ad una sola ragazza, la più insospettabile dato il personaggio, e non può far altro che piangere o svenire sentendo ciò che compone il suo mito/rivale Django Reinhardt: segni inequivocabili che le corde della sua anima vengono toccate se presta davvero bene attenzione e se riesce ad esplicitare ciò che ha dentro; ma fin quando non lo farà vivrà in balìa delle situazioni, prenderà decisioni impulsive come sposarsi con Blanche, donna altolocata e "scrittrice" o rimanere spesso al verde. Riuscirà il nostro eroe a cambiare rotta?
Emmet è interpretato da Sean Penn, che definirei perfetto nell'interpretazione. Ovviamente anche tutto il resto del cast è stato all'altezza (una su tutte: è Uma Thurman che interpreta Blanche) quindi la recitazione, come sempre, è molto soddisfacente. Inoltre lo stile di Woody Allen nel raccontare queste "favole" è davvero efficace e notevole: il tutto scorre docilmente, non ci sono punti spigolosi o pesanti, i colpi di scena o le rivelazioni dei personaggi avvengono nei punti giusti, non ci sono buchi e in ogni scena vengono evidenziati in maniera saggia i tratti del carattere del protagonista. Il tutto accompagnato da buona musica jazz, tanto cara al regista americano.
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