Regia di Roger Christian vedi scheda film
La fantascemenza dell’anno è l’adattamento di un mediocre e sterminato romanzo di Ron Hubbard, più noto come padre spirituale della spocchiosa chiesa di Scientology. Per Travolta, che abilmente sta dissipando il secondo atto della sua carriera, dopo essere stato resuscitato da “Pulp Fiction”, mettere insieme questo flop noioso, brutto e ridicolo, è stato forse un atto dovuto e dimostra almeno due cose: le sette che sperano di farsi pubblicità con il cinema incassano, molto spesso, un ritorno d’immagine disastroso e conviene essere più cauti con i sogni nel cassetto degli attori. Più di dieci anni per portare sullo schermo questa favoletta sull’orrendo popolo degli Psycholos (zatteroni, cranio allungato e capigliatura rasta, occhi fosforescenti, mani simili a zampe da bestia feroce, cavetti al naso per respirare) che, nell’anno 3000, ha ridotto la Terra e gli umani in schiavitù. L’ex ballerino Tony Manero è il capo della sicurezza, il cattivo, e contro di lui, in una morfologia della fiaba da pop corn, arriva il tenace ed espressivo Jonnie Goodboy che guiderà i terrestri alla riscossa. Impianto, scenografie, montaggio, intreccio, effetti e sollecitazioni visive sono sfavillanti quanto un’antologia sulla fantascienza da Reader’s Digest. Auguriamoci - come dicono - che il film sia imbevuto di messaggi subliminali. Almeno quelli saranno sublimi.
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