Regia di Vesela Kazakova, Mina Mileva vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - QUINZAINE DES RÉALISATEURS
In una società arcaica e repressa come risulta essere ancora oggi e più di altre quella bulgara, le vicissitudini di tre sorelle all'interno della loro travagliata vita di famiglia, finiscono per mettere in luce le intransigenze e le violenze a cui sono destinate, in particolare, esistenze di donne costrette a subire in silenzio
Una di esse, sola con un neonato perennemente piangente, sfiora il suicidio tentando di gettarsi dal balcone. L'altra contrae l'Aids da un partner che la tradisce e viene discriminata come una poco di buono. La terza lavora come infermiere presso un'impresa edile, ma prova ad occuparsi dei problemi delle due sorelle, rischiando di perdere il posto, visto che la madre delle tre trascorre il tempo ad interrogare i tarocchi come unico auspicio di trovar risposte ad un futuro incerto
Il popolo bulgaro intanto comincia a manifestare per le discriminazioni in atto contro le mancate omologazioni tipicamente LGBT
Ma il percorso per arrivare ad una accettazione dei diritti di persone non omologate è ancora agli albori
Temi sacrosanti al servizio di un film inutilmente provocatorio che sfrutta crudeltà come l'abbattimento di una cicogna (difficile pensare ad una simulazione) come strumento superficiale e di facile presa per indignare
Indisponenti i personaggi isterici e sempre al limite che popolano la vicenda, in un film co-diretto da Mina Mileva e Vesela Kazanova, ambedue sicuramente mosse da intenti di denuncia degni di nota, ma con risultati smodatamente ricattatori e troppo sfacciatamente caricaturali, in un film isterico tutto eccessi e furori a stento ricondotti ad una vicenda corale troppo slabbrata
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