Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
Con camera digitale, Barbet Schroeder gira questo strano film in una Medellin dove il maturo intellettuale (si definisce "l'ultimo grammatico di Colombia") omosessuale Fernando torna sui luoghi della propria infanzia, altrettanto degradata e povera, ma molto più violenta di prima, o forse soltanto tecnicamente più organizzata: prima per uccidere si usavano i machete ora le pistole. Amante dei giovanetti, Fernando si accompagna ad Alexis, baby killer che diventa per l'uomo accompagnatore ed amante. Intorno al protagonista si snoda un vortice di violenza al quale piano piano ci si abitua, senza più scandalizzarsi di niente.
Girato con uno stile straniante, reso ancora meno digeribile da un doppiaggio italiano da telenovela, "La Vergine dei sicari" dà il meglio di sé nelle battute (pare anche un po' sforbiciate nella versione italiana) del disincantato protagonista in merito alla religione e alla Chiesa, due aspetti che sono comunque insiti nella vita, violentissima, dei colombiani d'oggi. Fernando, che è un colombiano che non ha vissuto la Medellin dei tempi di Pablo Escobar (l'incontrastato imperatore del narcotraffico), si muove per le vie dei quartieri malfamati con la stessa colpevole ingenuità dei turisti occidentali: non si rende conto che ogni sua battuta può provocare un morto ammazzato per la strada e pensa sempre di poter comprare i suoi giovani accompagnatori/amanti con i simboli del benessere (abbigliamento firmato, apparecchi audio-video di ultima generazione, un frigorifero Whirlpool e perfino la mitraglietta Uzi).
Credo che per capire meglio la realtà raccontata dal regista francese (nato a Teheran nel 1941), bisognerebbe leggere il romanzo di Fernando Vallejo (ecco da dove viene il nome del protagonista), che l'ha anche sceneggiato, alla base del film. Se, comunque, si riesce a vincere la prima impressione di telenovela che si ha nei primi quindici minuti, il film si può vedere.
Nota: in alcune scene Alexis indossa una maglia della Juventus con lo sponsor di allora, Telepiù (che forse figura tra i finanziatori del film?).
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