Regia di Barbet Schroeder vedi scheda film
MUBI
Uno scrittore colombiano omosessuale di fama mondiale, di nome Fernando, torna dopo decenni nella natia Medellin con uno stato d’animo tra la disperazione e l’apatia che pare il preludio al suicidio.
Nel bordello di un suo vecchio conoscente, incontra Alexis, un sedicenne di bell’aspetto che sbarca il lunario prostituendosi e accettando incarichi come killer per conto della malavita.
Il ragazzo si affeziona allo scrittore, il quale si rende conto di quanto poco valga una vita nella grande metropoli, funestata da corruzione e spaccio di stupefacenti, e di come pure la giustizia sia in mano ai boss, essendo le autorità completamente inermi, o peggio corrotte, dinanzi all’influenza dei clan malavitosi.
In una Medellin ove prevale la legge della giungla, Alexis finisce per diventare non solo l’amante dello scrittore, ma pure il suo protettore, un giustiziere anche per motivi non impellenti, ma futili.
Girato per le strade di Medellin con una troupe ridotta al minimo e scortata per via dei pericoli reali che incombono nella pericolosa metropoli colombiana, La vergine dei sicari è stato uno dei primi film in alta definizione. Si fa forte delle immagini digitali, spesso disturbanti, per rendere epidermico il realismo delle scene, che non paiono frutto di una sceneggiatura, ma immediate e forti, testimoni di un realismo quasi urticante che circonda la vita reale nella grande città.
Per il noto ed apprezzato regista franco svizzero, Barbet Schroeder, proveniente da anni di film su commissione frutto di importanti finanziamento con grandi major e importanti star (si pensi a Il mistero Von Bulow, Inserzione pericolosa, Il bacio della morte, Prima e dopo, Soluzione estrema), La Vergine dei sicari si rivela una scommessa per nulla scontata, un progetto scomodo e irritante; già solo per questo motivo, vincente.
La capacità e la determinazione del cineasta di evitare moralismi e censure nella rappresentazione della violenza e di quell’amore carnale che lega il protagonista ai suoi giovani amanti minorenni, ma già ampiamente svezzati alla vita, suscitarono molto scalpore, ma si rivelarono poi la vera forza del film.
Schroeder torna nella città in cui visse bambino e si serve di attori non professionisti presi dalla strada e impegnati a rappresentare una pseudo-realtà che rispecchia piuttosto da vicino la situazione che li vede incastonati, come persone reali, entro un labirinto sociale che non dà scampo e li conduce spesso a ridosso di una fine prematura e violenta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta