Regia di Andrea Arnold vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - CANNES PREMIÈRE Una vacca partorisce il suo vitello, l'ultimo di chissà quanti nella sua vita. L'uomo le agevola la fatica della fuoriuscita, e giusto il tempo di vederselo e ripulirselo come insegna l'istinto materno che la fa agire, il piccolo le viene tolto per essere allevato a parte, allattato artificialmente, mentre lei continua a venir munta automaticamente, nutrita per produrre e vendere i frutti abbondanti del suo corpo di mammifero mastodontico. Il vitello viene marchiato, vaccinato, gli si estirpano le corna sul nascere, lo si vende dandogli una timida illusione di ritrovarsi in un ambiente naturale favorevole.
Chissà per quanto. Intanto la mucca si prepara ad una nuova gravidanza, appena il veterinario ne ha stabilizzato il ciclo, fino al giorno in cui si decide di vederla come carne da macello. Andrea Arnold, cineasta sensibile ed attenta, filma senza ricorrere a galvanizzare il pubblico con facili invettive, ma si mette dalla parte di chi si sacrifica: ovvero dei bovini, rendendo i due animali quasi due veri attori impegnati a rendere se stessi all'interno di un luogo di produzione e sfruttamento intensivo degli allevamenti.
Un film esemplare per ciò che riesce a cogliere, e maturo per il saper portate sulla sua (corretta) strada il pubblico senza intenti troppo furbamente tendenziosi volti a creare sgomento, inutili slanci animalisti, ma senza rinunciare a raccontare la triste verità dei fatti inerenti lo sfruttamento intensivo dei capi di bestiame. E il clima da lager che, anche quando l'essere umano è illuminato dalle migliori intenzioni, finisce per regnare laddove l'allevamento diviene implacabilmente intensivo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta