Trama
Sebbene non sia ancora in grado di riprendersi dalla scomparsa della moglie, l'attore e regista teatrale Yusuke Kafusu accetta di mettere in scena Zio Vanja a un festival di Hiroshima. Qui, conosce Misaki, una giovane riservata che le è stata assegnata come autista. Nel corso dei loro spostamenti, la crescente sincerità delle loro conversazioni constringe entrambi ad affrontare il loro passato.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Ci sono tre ragioni per cui ho voluto realizzare un film basato sul racconto Drive My Car di Haruki Murakami.
La prima è che presenta Kafuku e Misaki descrivendo le interazioni tra i due intriganti personaggi. E queste interazioni avvengono all'interno di un'auto. Tali rappresentazioni hanno stimolati i miei ricordi legati alle conversazioni personali che nascono solo all'interno di quello spazio chiuso e in movimento. Sì, perché è uno spazio in movimento che in realtà non è da nessuna parte e ci sono momenti in cui quel luogo ci aiuta a scoprire aspetti di noi stessi che non abbiamo mai mostrato a nessuno o pensieri che prima non potevamo esprimere a parole.
La seconda è che il racconto ha come tema quello della recitazione. Recitare significa possedere identità multiple ed è una forma di follia socialmente accettata. Farlo come lavoro è ovviamente estenuante e a volte provoca persino crolli. Ma conosco persone che non hanno altra scelta che farlo. E queste persone che recitano per lavoro sono di fatto completate dalla follia della recitazione, che permette loro di continuare a vivere. La recitazione come mezzo per sopravvivere è qualcosa che mi interessa da molto tempo.
L'ultima è dovuta all'ambiguo personaggio di nome Takatsuki e al modo in cui è descritta la sua "voce". Kafuku è abbastanza certo che Takatsuki sia andato a letto con sua moglie prima che morisse e ritiene che non sia un attore particolarmente brillante. Ma un giorno Takatsuki scopre il punto debole di Kafuku: "Se vogliamo vedere veramente com'è fatta un'altra persona, dobbiamo iniziare guardando dentro di noi", dice, e il motivo per cui questo commento abbastanza banale devasta Kafuku è dato dal percepire intuitivamente che è una "verità" a cui non sarebbe mai arrivato da solo. "Le sue parole erano chiare e cariche di convinzione. Non recitava, questo è certo".
Ho pensato: "Conosco voci come la sua. Le ho già sentite nella vita reale". In più, sapevo che una volta sentita una voce del genere, non potevi più essere come prima e che eri obbligato a rispondere a ciò che quella voce ti chiedeva. Il racconto non si spingeva oltre: ho sentito allora che risposta di Kafuku meritava un ulteriore approfondimento.
Quando ho iniziato a lavorare al racconto per trasformarlo in film, il mio obiettivo era quello di lasciare che le varie domande e risposte si sviluppassero come una catena di "voci" contenenti verità per arrivare alla risposta finale di kafuku. Si trattava anche di creare un'esperienza che permettesse al pubblico di percepire continuamente e intuitivamente la verità attraverso la finzione della recitazione.
Riesce il film a farcela? Non lo so. Penso che ci vorrà molto tempo prima che arrivi una risposta.
Ciò di cui sono certo è che il tempo trascorso sul set è stato felice. Tutti i personaggi, a cominciare da Kafuku interpretato da Hidetoshi Nishijima, esprimono dolore, ma quello che ho percepito da ogni attore sul set è stata la gioia di recitare. Quindi, cosa hanno restituito le immagini? Sinceramente, non vedo l'ora di capire come il pubblico interpreterà e reagirà a questo film".
Trailer
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- Prix du scénario a Ryûsuke Hamaguchi al Festival di Cannes 2021
- Premio FIPRESCI (concorso) al Festival di Cannes 2021
- Premio giuria ecumenica al Festival di Cannes 2021
- Miglior film internazionale al Premi Oscar 2022
Commenti (16) vedi tutti
"Drive My Car" è un film che affida alla preminenza della parola il compito di riflettere con fare garbato sul senso della morte. Le quasi tre ore di film possono risultare eccessive, ma alla fine finisce per prevalere il modo raffinato con cui l'impianto teatrale dato alla messinscena serve per gettare un ponte tra Cechov e la vita che scorre.
commento di Peppe ComuneIn un Giappone moderno e anonimo una bella storia di guarigione e maturazione interiore.
leggi la recensione completa di BalivernaPregevole esemplare del conformistico cinema d'autore odierno: diligente, edificante, insipido, fluviale. Sperticate lodi e Oscar ben meritati per il vacuo campione di questi tempi di stringente rivoluzione culturale e rieducazione morale. Dopo tre ore di ligio dovere istituzionale vado a spararmi un Lee Chang-dong e un Gaspar Noè d'annata.
commento di Inside manSarà anche per verti versi interessante ma a parte la lunghezza risulta come detto da qualche altro Utente,assai pesante tra lungaggini letterarie e non ... insomma alquanto palloso.voto.1.
commento di chribio1Un grande, straordinario film (in cui anche Cechov ha la sua importante parte) fatto di campi e controcampi e di infiniti viaggi in macchina con cui il regista mette in scena (e viviseziona) la vita di un regista teatrale stanco, incastrato in un passato che non riesce ad affrontare e quella di un’autista capace solo di guidare.
commento di (spopola) 1726792Un'opera d'essai a cumbustione flemmatica (le tre ore sono abilmente stratificate, ma hanno un'andatura altalenante) che, marcando le accorate performance di Hidetoshi Nishijima e Toko Miura, esamina in profondità la perdita, la sofferenza e l'accettazione di sé negli infiniti percorsi delle relazioni umane.
commento di Stefano LUn film lungo,lento e molto dialogato che può risultare insopportabile se non ti lasci prendere dal fascino emanato dai suoi personaggi profondi e controversi legati assieme da una regia essenziale. Tra i più intriganti l'autista Tôko Miura. Che dire poi dell'attrice cinese che si presenta ad Hiroshima con la bandiera USA stampata sulla maglietta?
commento di bombo1L'ho trovato altalenante, spesso bello, spesso meno.
leggi la recensione completa di tobanisNon fa per me, tolto dopo 57 minuti...troppo lento e soporifero!
commento di Letiv88Sono pronto a vedere pure un film di tre ore dove non succede il nulla,ma qua (a parte una elaborazione di un lutto)la verbosita' e i silenzi eterni si tocca davvero il fondo della pesantezza.Chi ha pazienza si avventuri...tra decine di premi che ha avuto l'opera.
commento di ezioPer evitare troppi spoiler, nel presentare un film di 187 minuti durante i quali poco accade, mi soffermerò soprattutto su alcuni aspetti della sua prima parte, sapendo che apprezzeremo il seguito se ci affideremo al fluire del racconto e se cercheremo dentro di noi quelle risposte che il regista non può dare.
leggi la recensione completa di laulillaUn uomo di teatro tormentato da una perdita cerca di riconciliarsi con la vita, grazie ad alcuni incontri casuali e alla forza del suo amato Cechov. Dietro il velo esotico, una grande storia che parla al cuore di tutti gli uomini e donne
leggi la recensione completa di Dario1966Quando lo scorrere lento delle immagini e dei sentimenti diventa un affresco poetico e intimista. Cattura l'attenzione, oltre che con l'intrigante aspettativa che suscita, anche con la bella fotografia e con un montaggio ottimamente calibrato.
commento di iroNiente di che.
commento di gruvierazLo sviluppo dei personaggi e della storia è centellinato nella lenta ma magnetica progressione della narrazione, in una messa in scena asciutta e lucida. Dialoghi e monologhi entrano nella mente e nel cuore, portando i protagonisti a profonde rifessioni,così come noi spettatori.Voto:9,5
commento di ange88Hiroshima 2021, mon amour
leggi la recensione completa di yume