Regia di Nabil Ayouch vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - CONCORSO
Un giovane rapper (interpretato da un attore dall'espressione così variegata e cangiante da fare concorrenza ad un monolite neozelandese) che ha lasciato la professione di cantante viene incaricato di tenere un corso di musica e cultura hip hop presso un centro culturale di Casablanca.
Di fronte alle problematiche e ai disagi che i ragazzi suoi alunni gli pongono innanzi e che vivono negli ambiti familiari e lavorativi privati, l'insegnante li induce a trarne ispirazione per esprimersi al meglio nell'arte verso cui essi aspirano di divenire leader.
Tutto bello e tutto sacrosanto?
Niente affatto: il film si riduce alla solita falsata emulazione da "attimo fuggente" con alunni che sul palco si comportano da star navigate, disagi raccontati con la retorica di chi può permettersi di ricamarci sopra, e quel senso di ricerca di riscatto che si perde nei soliti triti cliché di un percorso ellittico che alterna dori, glorie e nuovamente dolori per arrivare ad un finale consolatorio e tutto fuorché genuino.
Cosa ci facesse in Concorso un filmetto del genere (e il meraviglioso Hong Sang-soo parcheggiato in Cannes Première) è uno dei misteri e delle contraddizioni più emblematici di questo festival.
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