Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Il conte Dracula decide di sfuggire al degrado antropologico della Romania moderna trasferendosi nel Bel paese, ma lo aspetterà un degrado forse anche peggiore. Fra Dellamorte Dellamore e Aldo, Giovanni e Giacomo i Manetti Bros. confezionano un film squinternato ma davvero divertente, riempito di citazioni al cinema di genere italiano (dall'horror al poliziottesco, dallo spaghetti western al cinema per ragazzi stile La scuola) senza perdere di vista la moda pulp del momento. I paradossi sull'immigrazione che si creano ed il rapporto del conte con Zora (prototipo delle varie ragazze innamorate del mostro fascinoso degli ultimi anni) sono resi esilaranti dalla seriosità di Toni Bertorelli contrapposta alla rassegnazione del suo assistente, ma la cosa che funziona di più forse sono i personaggi secondari: il detective Carlo Verdone, il prete Ivo Garrani, gli improbabili rapper ammazza vampiri, i personaggi grotteschi del centro sociale, ma soprattutto i due tossici narratori. I problemi sono il budget evidentemente striminzito che ha compromesso in parte la realizzazione ed il finale: la critica alla politica sull'immigrazione funzionava già così, non c'era bisogno del monologo retorico, ed in generale l'atteggiamento dei personaggi verso Dracula risulta un po' assurdo (va bene il contesto sopra le righe ma a tutto c'è un limite).
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