Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Fumetti e hip hop. Vampiri e ragga. Cinema di serie “B” e reggae. La ditta a conduzione familiare dei Manetti bros, con un eclettismo sincopato e talentoso, impasta materiali, suoni e atmosfere della cultura popolare e modula una commedia al sangue tra musical metropolitano e horror da centro sociale. L’eterno ritorno del conte Dracula, in cerca di plasma nuovo e fresco, è attivato da una parabola che nell’omologazione televisiva inventa un mondo irresistibile: l’Italia del varietà. Le frontiere, però, sono più alte che in passato e un conte rumeno in viaggio è, oggi, un extracomunitario senza permesso di soggiorno. Un emarginato che arriva sulle coste pugliesi da clandestino, alloggia nelle periferia romana e familiarizza con altri dropout come lui: rasta, tossici, writer, musicisti. Un incontro tra persone che vivono ai margini, preferiscono la notte, usano due linguaggi non ufficiali: il lessico di una tradizione letteraria e il gergo sformato di chi non si identifica con il vocabolario. Dracula e i suoi nuovi amici danno l’assalto frontale alla modernità plastificata, al Festivalbar, ai palinsesti televisivi, ai videoclip patinati, al senso comune, al cinema anemico, all’intrattenimento senza idee. Il produttore Carlo Verdone nella parte del commissario Lombardi è bravissimo.
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