Regia di Manetti Bros. vedi scheda film
Il primo horror cattocomunista? Boh, fatto sta che l'unione tra la Chiesa stradaiola di Don Ivo Garrani e i centri sociali produce le bottiglie Molotov all'acqua santa, pronte ad essere lanciate contro il vampiro venuto a Roma dalla Transilvania. E produce poco d'altro, quasi niente. Il film non è divertente, risolvendosi in una serie di macchiette risapute che lascia interdetti, compresa una inutile caratterizzazione strillata di Carlo Verdone, anche produttore del film. A me sembra che, goliardia da rimpatriata liceale a parte, i fratelli Manetti abbiano solo una vaghissima idea di cosa significhi fare un film. Tra insulse figurine (i due tossici che punteggiano la storia sono penosi, ma anche Toni Bertorelli c'entra come il cavolo a merenda) e arbitrari sviluppi della sceneggiatura, il film arriva alla fine a pezzi e bocconi, vantando al suo attivo soltanto l'agente Cuccureddu (il bravo caratterista Sandro Ghiani), infiltrato tra i politicanti del centro sociale. Troppo poco cari fratellini.
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