Regia di John Woo vedi scheda film
La MI2 sembrerebbe tanta roba, ma in realtà è una storiella d'amore vissuta in mezzo all'azione. Sincera però è la passione che ha fatto sorgere in molti per una muscolosa moto inglese.
La seconda missione impossibile è esattamente come ci si aspetta: più in tutto. Aumenta la pericolosità dell'obiettivo, aumentano le implicazioni planetarie, aumenta l'impossibilità delle azioni, aumenta il livello della spettacolarizzazione della vicenda, con la regia che fa di tutto per rendere la realtà fantascientifica o la fantascienza realtà. Il film nel complesso funziona, la storia fila, il ritmo è piuttosto buono ed alcune sequenze mostrano un invidiabile senso estetico, ma come in tutti i prodotti che tentano di dare un qualcosa in più, eccede. E lo fa soprattutto nelle azioni corporee del protagonista, con uno smodato utilizzo del rallenty che alla lunga risulta stucchevole, come risulta stucchevole la storiella d'amore tra i protagonisti, una parentesi rosa tra le parole che noia. Alla fine, tolto il troppo, ci si rende conto che si è fatto un passo indietro rispetto al primo. Un grande merito a questo film però va riconosciuto: ha fatto impennare (giustamente) le vendite di una inconfondibile tricilindrica inglese. Esoso.
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