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Mission: Impossible 2

Regia di John Woo vedi scheda film

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La recensione su Mission: Impossible 2

di FilmTv Rivista
4 stelle

È nato il nuovo 007. Se Pierce Brosnan, nonostante le speranze suscitate con la prima prova nei panni di James Bond, non riesce a rinvigorire il mito dell’agente segreto più famoso del cinema, c’è qualcun altro che ne ha preso il posto: Ethan Hunt, agente speciale, non in «missione difficile, ma in missione: impossibile», come dice il suo impenetrabile capo (Anthony Hopkins) in una battuta del secondo episodio cinematografico, appunto “Mission: Impossible 2”. Un giocattolone debordante, esplosivo e ben oliato dove il ritmo sinuoso di John Woo ha preso il posto del puntiglio visionario di Brian De Palma (regista del primo film), giocato su un’animalesca adesione di Cruise al personaggio. Cruise dallo sguardo ironico, i capelli lunghi sul collo, il ciuffo sulla fronte, diciamocelo, bello come non è mai stato, quando fa free climbing nel silenzio maestoso e aereo della montagna nella sequenza dei titoli, quando intreccia un duello di sguardi con Thandie Newton in un locale di Siviglia e, dopo, quando la insegue in auto sulla costiera e, sul filo di un incidente mortale, abbozza con lei, da auto ad auto, una specie di amplesso virtuale. Se volesse continuare la serie, Cruise sarebbe l’agente segreto perfetto per il nuovo millennio, più informale e meno macho di Connery ma altrettanto irresistibile, capace anche di dibattersi in inquieti rapporti di odio-amore con rivali-compagni dello stesso sesso (Sean Ambrose, quasi un gemello di Ethan, agente che ha tradito, il genio del male con cui combatte il lungo duello finale). Il film si costruisce letteralmente sulla sua presenza: non è il capolavoro di John Woo (inferiore ai suoi film di Hong Kong e a “Face Off”), ma un film su commissione di John Woo, un action superspettacolare un po’ di routine. L’autore pare divertirsi soprattutto nella prima parte, quella più romantica dell’incontro a Siviglia, in cui sfoga il suo gusto per il mélo, e nella lunga sequenza sotterranea, scura, animata dai voli improvvisi di colombe, del progressivo avvicinamento dei due nemici. Romanticismo dell’avventura, come sa bene il capo di Ethan che dice: «Ogni ricerca per un eroe deve cominciare dalla ricerca di qualcosa di cui un eroe ha bisogno: un cattivo».

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 29 del 2000

Autore: Emanuela Martini

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