Regia di John Woo vedi scheda film
diminuisce l'atmosfera diminuisce l'impronta noir scompare l'affinità alla serie a cui, unico, si ispirò un De Palma davvero motivato Cast ridotto E non si creda allo "strepitoso successo" che film.tv gli accredita: il successo al botteghino fu decretato solo grazie all'eco del primo e alle aspettative: cinefili delusi, truzzi esaltati! 6.5 ®©™
Mission: impossible 2
episodio più bello della saga?!
Ma se non piacque nemmeno a Tom Cruise!
Ma lui e il film stesso, furono talmente pompati a suon di dollari che... si arrivò ad unico scopo: fare cassetta sullo slancio del successo planetario del primo, inarrivabile, episodio, rilanciando, anzi, puntando... quanto più possibile sul piano dell’azione e, soprattutto, sull’attesa, sulle aspettative del pubblico, dei fan... in attesa da tre anni!
Ne conseguì che... rispetto al precedente...
diminuì l'atmosfera...
scomparve l'impronta noir...
scomparve la verosimiglianza alla serie cult da cui traeva spunto...
(a cui, unico ad ispirarsi sinora, è stato un De Palma davvero motivato, caricato). Che ne restava dunque? Solo un costosissimo film d’azione che nulla aveva a che fare con il predecessore, a cui, tutti i tamarri che poco avevano a che fare col cinema, accorsero in massa (erano haimè, anche gli anni dei primi Fast & fourious) seguita da un’altra massa di appassionati di buon cinema. La sostanziale differenza tra le due masse... risultò essere l’esaltazione emotiva della prima contro la delusione cinefila della seconda...
E vogliamo parlare del cast? Senza spessore!
Personaggi appiccicati li senza un minimo di introspezione, di anima... solo grossolana caratterizzazione.
E poi diciamocelo... Tandie Newton non sarà mai a livello di Emanuelle Beàrt”: questo si che è “Impossible”, e sotto qualunque aspetto. Ci siamo capiti vero?
Si è carina, sensuale... ma la diva d’oltralpe – di cui ormai sembra non pervenire più alcun segno, almeno al sottoscritto – è proprio di un altro pianeta rispetto alla pur sensuale mulatta (che pure stimo per quel ruolo a lei impensabile, in quel bel film di B. Bertolucci, “L’assedio”, bella occasione per lei)
E a nulla vale il coinvolgimento, anzi, direi piuttosto un incomodo, , del grande Anthony Hopkins, nei preliminari, comunque non nuovo a camei, o addirittura ruoli, nel genere: da “Bad Company-protocollo Praga” a “Il segno di Zorro”.
Il cattivo di turno è invece Dougray Scott, che pure lui, e la sua faccia giusta, con questa, supera notevolmente la fama raggiunta per il ruolo del poveraccio sedotto e affondato dalla stupenda Sharon Stone, nel sequel di Basic instinct qui, alla cima di tutte le sue precedenti scritture.
Sicuramente quanto a ingaggio almeno.
C’è poi Brendan Gleeson, qui in modalità di ingombrante intermezzo – ma anche lui ha avuto un paio di ruoli ben più profondi fino all’ultimo film d’autore “l’isola degli spiriti”... e poi, Richard Roxburg, e il solito russo Serbedizja (se è previsto un russo nella sceneggiatura, a Hollywood chiamano lui, quasi avesse l'esclusiva!); affiancherà ancora il divo Tom nel canto del cigno del compianto Stanley Kubrick.
E sì, l'immancabile Wing Rhames.
Curiosità: il pilota dell’elicottero nella squadra di Hunt, si chiama John Polson, non vi ricorda David Arquette? A me si!
Comunque non farei troppo affidamento su quanto menzionato nella breve prefazione del sito – dai! Non hanno neanche indovinato cosa sia effettivamente la “Chimera” in questione – e almeno su questo saremo d'accordo.
Dicevamo... non piacque neanche al divo... Infatti, dal capitolo successivo sarà Cruise stesso a prendere in mano il timone, avvalendosi di nuovi collaboratori alla sceneggiatura ben più validi... e la saga cambierà registro: insieme alla nuova scrittura, dando adito, origine, soprattutto ad una trama di fondo, che funzionò alla grande e continua tutt'ora... oltre alla consueta spettacolarità sempre più fine e ricercata, che si distacca dalla caduta di stile, da questa tamarrata nonsense operata da John Woo... che ha sì la perizia, ma pure la limitazione stilistica, di un direttore della seconda unità.
E qui lo dimostra ampiamente: il suo film resterà negli annali della saga come quello estrinseco, il capitolo di cui si po’ fare a meno per quanto estraneo ad essa.
Va da se che il primo della serie resta inarrivabile!
E non solo in quanto a stile – davvero inerente alla serie tv che io seguivo da bambino. Ma pure il pathos che si respira, l’atmosfera noir... proprio un altro livello. Qui siamo ad anni luce di distanza... mentre erano passati solo tre anni dall’uscita di “Mission: Impossible!”.
L’unico ad avvicinarsi un po’, almeno come impostazione vagamente noir... è stato quello con il suffisso “Rogue Nation” nel titolo... con l’entrata in scena di una strepitosa Rebecca Ferguson” (a discapito dell’uscita di quell’esplosione di sensualità e fascino esotico rappresentato dalla statuaria Paula Patton. Almeno, a me è spiaciuto – e credo anche a tutti gli etero come me! :D)
E poi Tom Cruise: In questo secondo capitolo, il divo è l’incontrastato protagonista e non da nemmeno il meglio di se nelle pochissime scene recitate.
Nel primo, invece... non ruotava tutto intorno a lui: l’opera capostipite di De Palma aveva tutta una sua struttura ellissoidale a cui attorno stavano più personaggi e che conferiva alla pellicola tutto un suo fascino – sì, elicottero compreso – un omaggio al TF da cui è tratto.
In questo seguito fracassone invece, si procede in linea retta, senza divagazioni che non siano esplosioni, inseguimenti, scontri volanti – assurdi quanto inefficaci, ad accrescere un interesse alla vicenda che va perdendosi mentre, all’intrigo, va sostituendosi via via l’azione fine a se stessa!
Questo è tamarro davvero, come suggerito da qualcuno di voi: azione buttata li – quasi senza senso tutta quella spesa nella porzione finale del film, e che lo rende più vicino a “Fast & fourious” che a “Mission Impossible”.
E non si creda neanche allo "strepitoso successo" che film.tv gli accredita: fu solo grazie all'eco del primo se molta gente accorse a vedere questo secondo – si devono valutare, piuttosto, gli incassi del capitolo successivo a questo, che calarono molto grazie alla delusione procurata da questo suo predecessore.
Le quote si rialzarono con il quarto – bellissimo sì! – episodio... il quale, grazie alla impostazione seriale della trama, e ad una sempre maggiore introspezione del personaggio, anzi, “l’uomo di punta”, l’agente Ethan Hunt... riportò la qualità della serie – se non ai livelli artistici – quantomeno ai fasti del primo.
E agli incassi che gli competono, del tutto meritati.
Credo coincida con questo film, lo spargersi della voce che Cruise cominciò a voler recitare personalmente le scene d'azione, anche le più pericolose, trasformandosi nel funambolico divo. (grazie, con le dovute precauzioni, ovviamente).
diminuisce l'atmosfera...
diminuisce l'impronta noir...
scompare l'attinenza alla serie a cui, unico, si ispirò un De Palma davvero in gran spolvero!
®©™
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