Regia di Alexander Payne vedi scheda film
Payne imbocca il giusto linguaggio per scoperchiare provocatoriamente l'iniquo abominio delle gerarchie sociali.
Un Matthew Broderick fenomenale interpreta un loser per il quale risulta difficile non tifare, in questo pregiato gioiello firmato Alexander Payne. Da regista giudizioso, Payne imbocca il giusto linguaggio – la commedia con fondo amaro – per scoperchiare provocatoriamente l'iniquo abominio delle gerarchie sociali e degli atteggiamenti che le determinano. Il sugo è che chi è ricco (di denaro), sfrontato, saccente, borioso, sprezzante, freddo, arrivista e magari pure furbastro vince sempre, al contrario di chi è autentico, mite, rispettoso, cordiale, premuroso e passionale. Tuttavia, la felicità non coincide con il successo: si può essere contenti di sé persino in condizioni miserrime, dopo aver perso lavoro, soldi e moglie. La fiducia in se stessi è infatti uno stimolo sempre sufficiente, se si è umili. Jim Taylor e Payne migliorano il finale del romanzo di Tom Perrotta, ponendo l'accento sull'ingiusto destino cui sono condannati buoni e cattivi e schierandosi coi buoni: non a caso, il tono è desolato e ai limiti del disperato (e a volte inquietantemente grottesco), ma spruzzato di battute pungenti e (auto)ironia in quantità. Il ritmo è spedito, gli attori lodevoli (luciferina la giovane Reese Witherspoon) e i personaggi realisticamente dipinti, pur assecondando un paio di modelli stereotipici. E al torbido legame con l'amante (Delaney Driscoll) viene dato un corretto peso.
Consone le musiche di Rolfe Kent.
♥ Film OTTIMO (8) — Bollino GIALLO
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta