Regia di Alexander Payne vedi scheda film
Elezioni americane: intrighi, sotterfugi, ricatti sulla vita personale, trappole. E naturalmente, il candidato favorito è anche quello senza scrupoli, il più bastardo. Si svolgono proprio come nella vita politica della nazione le elezioni per la presidenza del comitato studentesco di una scuola di provincia, nel film di Alexander Payne, indipendente americano tra i più promettenti, purtroppo praticamente sconosciuto in Italia. Payne nel ’96 aveva realizzato “Citizen Ruth”, la storia durissima di una tossicomane incinta, palleggiata come un pacco scomodo da amici, conoscenti, “benefattori”, che al festival di Montreal aveva fatto vincere un premio per l’interpretazione alla protagonista Laura Dern. Quello che là sfiorava la tragedia, in “Election” si stempera in un grottesco crudele: sotto gli occhi (e talvolta con la complicità, magari inconsapevole) del professore più popolare della scuola (Matthew Broderick), gli studenti adolescenti della scuola tirano fuori lati del carattere da far invidia ai politicanti più scafati. E la scuola diventa un microcosmo paradossale delle mostruosità e delle ingiustizie che corrono sotto la superficie levigata della vita americana. Una commedia cattivissima, dove la disperazione sfocia in una risata deformata.
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