Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film
Willy e Antonio sono due quarantenni falliti, emarginati senza scampo nell’opulento nord-est, ai quali capita il colpo di fortuna che può cambiare la vita: si ritrovano fra le mani la reliquia con la lingua di S. Antonio e decidono di chiedere in cambio un riscatto enorme. Un industrialotto, cultore di tradizioni locali, si fa avanti a condurre le trattative. Ma i problemi di Willy non sono di quelli che si risolvono con i soldi: in realtà lui vorrebbe la vita che aveva prima, con un lavoro sicuro, una bella casa e la moglie che poi lo ha lasciato. Mazzacurati parla di cose che conosce bene, ossia di ciò che è oggetto di culto a Padova: S. Antonio, il rugby e il denaro. La situazione di partenza è un po’ scontata, ma il film sa rilanciarsi via via grazie all’ingegno con cui i due improvvisati ricattatori riescono a evitare le trappole che vengono loro tese. Vicenda allegramente picaresca, almeno in superficie, ma finale malinconico come giusto: “E ho trovato le parole, le mie parole: saprò cosa dire a Patrizia se mi vuole ascoltare, se no parlerò con chi avrò di fronte e andrà bene lo stesso. È così bello vivere e posare gli occhi su due occhi di donna”.
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