Regia di Laura Samani vedi scheda film
Guardandolo si ha quasi l'impressione di vivere in un mondo Medioevale (mentre invece siamo ai primi del 900). Per diverse ragioni.
Per le condizioni di vita essenziali e in qualche modo primitive, finalizzate in ogni modo all'unica cosa veramente importante e difficile: la sopravvivenza. Per l'abbigliamento e lo stile di vita, dedito quasi unicamente al lavoro ed alla religione coi suoi riti (le uniche cose essenziali appunto, per la sopravvivenza). Per la lingua, un dialetto che ricorda 'italiano e che probabilmente dal latino discende. Per le condizioni sanitarie così primitive e diverse dalle nostre, ed in cui la mortalità infantile era all'ordine del giorno e quasi inevitabile. Per le strade infestate da briganti. Per la condizione della donna.
E alle motivazioni che muove la protagonista si aggiungono quelle ancor meno evidenti dell'accompagnatore, Lince, e il dubbio alla fine (che nasce da un sottotitolo, ma da non trascurare) se sia anch'esso una donna oppure un uomo.
Film inconsueto, unico. Da intenditori.
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