Regia di Jane Campion vedi scheda film
Alla fine del film il primo pensiero che mi è venuto è stato: Jane, ma che ti sei fumata? Soggetto originale ma esito abbondantemente sotto la sufficienza per una regista che sa il fatto suo (anche se personalmente a me non piace) ed due protagonisti che almeno sulla carta avrebbero dovuto fare faville. La trama è abbastanza semplice: tornata in USA da un viaggio in India, la protagonista vive in una sorta di trance da suggestione/autosuggestione. Preoccupati della sua salute mentale, i parenti si affidano ad un sedicente "guaritore"/santone/strano soggetto per liberarla dalle influenze negative. I risultati sono disastrosi, nel senso che i due (che evidentemente non hanno tutte le rotelle a posto) intrecciano una relazione e finiscono per partire per la tangente. In senso psichico e concreto. Ora, per la tangente parte anche la Winslet, con una interpretazione veramente sopra le righe. Keitel, per me è inguardabile, da sempre. Per altro, mi pare quasi non la Champion non abbia voluto osare: la relazione fra i due protagonisti è evidentemente su basi erotiche. Mi sarei aspettata più fisicità, più sesso, più morbosità. Dai, un po' di più. Invece, ci si perde in verbosità inutili al senso del film. Che non mi è chiaro, comunque. Ma questa è un'altra storia. Fumoso!
Quando il troppo stroppia si dice dalle mie parti. Comunque, mi piace anche quando non è perfetta
Non mi va giù, proprio no. L'espressione è sempre la stessa, e poi, posso dire che non ha il fisico?
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