Regia di Tinto Brass vedi scheda film
Continua lo stanco tragitto anatomico del buon Tinto sempre più stinto. Dopo l’inguardabile “Monella”, Brass 2000 ci invita in una falsa Londra (reinventata a Zagarolo?) e da una certa Carla, ventenne veneziana finita alla corte di una lesbica agente immobiliare trasferitasi nella città che fa tendenza. La starlettina di turno si chiama Yuliya Mayarchuk, è ucraina ma ha l’accento napoletano, poiché sotto il Vesuvio lavorava in una pizzeria. La biancheria intima è ai limiti del nudo, ma l’erotismo è parrocchiale. «Nei miei film c’è sempre divertimento e gioia di vivere» sostiene “il Boccaccio del cinema italiano”. Anche noia, diremmo. Terrorizzato di finire nella rete dell’hard, il registaccio che da lustri spreca il suo talento dietro a culi belli ma già visti, ha solo il coraggio di “interagire”, in una sequenza clonata da altri suoi dieci film, con le sue adipose dita. Viscido.
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