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007. Il mondo non basta

Regia di Michael Apted vedi scheda film

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La recensione su 007. Il mondo non basta

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il mondo non basta più: non è soltanto un titolo ma una constatazione. Dopo anni passati a scorrazzare in lungo in largo per la vecchia Terra (e anche oltre, come in “Moonraker”), James Bond non sa più dove andare per ficcarsi nei guai. Questa volta decide di fermarsi a casa un po’ di più, e omaggia la “cattedrale nel deserto” del neoimperialismo britannico (progressista, per carità), il Millenium Dome. Per il resto l’avventura si sposta in Turchia, sulle Alpi, nell’ex Urss e sott’acqua, come ai bei tempi del Connery-sub. La storia? Un pretesto al quale è inutile accennare. “007 - Il mondo non basta” si segnala in positivo per qualche bella sequenza d’azione (la prima, adrenalinica), perché è messaggero del triste “adieu” di Mister Q e per l’ottima Sophie Marceau, che con Electra King definisce una cattiva di spessore come poche nei capitoli recenti della serie (il confronto finale tra lei e Bond è memorabile). In negativo, invece, perché il supercattivo Robert Carlyle, insensibile al dolore come Black Mask, si è visto tagliuzzare parecchio la parte in sede di montaggio, e perché la tanto strombazzata sequenza sugli sci è inferiore agli standard di un tempo (ma non c’è più Willy Bogner a fare da controfigura). Il regista del film Michael Apted (“Cuore di tuono”) si limita al minimo indispensabile, tanto chi gira le sequenze più belle, quelle spettacolari, è l’ex stuntman Vic Armstrong. Pierce Brosnan, che ha già accettato di “essere James Bond” per una quarta volta (della serie “mai dire mai”) si riconferma a proprio agio (solo) in questo ruolo. E Maria Grazia? Una fugace apparizione e niente più: la confezione ultraprofessionale sembra rendere credibile anche lei. Attese le solite sterili polemiche sulle sponsorizzazioni occulte (macchine, champagne, orologi, armi...). Diciamo la verità: se anche la strega delle fiabe cavalcasse una scopa “Pippo”, non per questo l’ameremmo di meno.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 4 del 2000

Autore: Mauro Gervasini

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