Regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne vedi scheda film
Rosetta è una disadattata sociale. Vive in una roulotte insieme alla madre alcolizzata. L'unica cosa che gli darebbe la sensazione di avere una "vita normale"sarebbe un lavoro. Arriva al punto di denunciare l'unica persona che gli si è mostrato amico "disinteressato" pur di mantenerlo.Ma poi si pente e lascia l'impiego che con tanta fatica era riuscita ad ottenere . A questo punto vorrebbe farla finita del tutto. I fratelli Dardenne seguono con la macchina da presa (rigorosamente a spalla) ogni passo di Rosetta ( una stupefacente Emilie Duquenne al suo esordio assoluto) ogni suo respiro,ogni suo pensiero,ogni particolare insomma che possa far comprendere il disagio esistenziale di una ragazza che è il medesimo di tutte le persone cacciate ai margini della societa' del benessere e costrette ad accontentarsi soltanto delle briciole. Rosetta è l'emblema di quella parte di umanita' che non c'è la fa ad assecondare i ritmi dell'occidente ricco ,non puo',non ne ha i mezzi perchè nessuno glieli ha dati. Rosetta è la spia rossa sempre accesa di questo nostro mondo "globalizzato" che non puo pensare di creare in perpetuo sempre nuove forme di marginalita' sociale e pretendere nel contempo di mantenere la pacificazione dello status quo.
I Dardenne hanno fatto un grande film sociale,amaro che induce ad una riflessione su noi stessi come cittadini. E'un pugno nello stomaco soprattutto per chi si volta sempre dall'altra parte.Un capolavoro.
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