Regia di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne vedi scheda film
La camera a spalla sta talmente addosso ai personaggi - specialmente a Rosetta - da andarci spesso, volutamente, a sbattere contro. E' il cinema dei Dardenne: la loro intenzione è, appunto, quella di farci sbattere il muso contro situazioni che vogliamo rimuovere dalla nostra vita quotidiana, contro personaggi, come Rosetta, che hanno il terrore di essere espulsi ed emarginati dalla società. Rosetta, in questo senso, è tutti noi, perché mira ad essere una tessera del mosaico umano che sono le nostre città d'oggi: non le interessa neppure il denaro, non vuole lucrare, come fa Riquet, sulle cialde vendute nel chiosco: vuole un lavoro come tutti noi (fortunato chi ce l'ha, verrebbe da dire con il senno di oggi), vuole essere come tutti noi. Ma Rosetta ragiona poco, agisce con l'istinto, probabilmente quello ereditato dalla madre, che si prostituisce per pochi spiccioli, da investire in alcol nel quale annegare la propria miseria materiale e morale. E l'istinto spinge Rosetta a tradire Riquet per ottenere il suo posto di lavoro. Con un inizio di presa di coscienza, però, la ragazza si pentirà del proprio gesto ed avrà, forse, la possibilità di iniziare una nuova vita. In questo senso è eccezionale la sequenza finale, nella quale Rosetta, tormentata dal rumore fastidiosissimo del motorino di Riquet (il tarlo della coscienza macchiata?), cade tre volte con la bombola del gas in braccio, proprio come Gesù Cristo, oberato dalla croce, sulla via del Golgota. Con questo grandioso finale, che sta alla pari con qualche rogo di Giovanna d'Arco messo in scena da grandi maestri del cinema, i fratelli Dardenne riscattano anche qualche momento di stanca e qualche forzatura drammaturgica, che continuano a farmi preferire "Il figlio" a questo film.
Due anni fa il mio comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Da venticinque anni passa le vacanze nel mio paese e per la maggior parte di questo periodo nessuno ha saputo chi fosse. Chi lo conosce lo descrive come una persona schiva ma educatissima, insomma come un uomo squisito.
Lui s'è visto un po' meno :)
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