Regia di Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso, Fabio Nunziata vedi scheda film
Lo spunto sarebbe anche interessante, poiché riflette uno dei problemi principali del cinema italiano, anzi forse il problema che gli impedisce di innovarsi e rinnovarsi, vale a dire l'assenza di talent scout nel settore della produzione e della distribuzione. Nel sistema attuale personaggi come Troisi, Nuti e Verdone, solo per citare alcuni nomi, forse non sarebbero mai usciti dal contesto delle produzioni indipendenti, in quanto portatori di un linguaggio cinematografico comunque diverso. In La vita è una sola però gli autori che poi sono anche attori e questo è un primo punto debole, la recitazione, si limitano a lambire alcuni aspetti dello show biz moderno, spesso ridicolizzandoli sotto forma di macchietta: l'intellettuale cupo e sfigato; il riccone cinico e perverso; lo Stato, sotto forma di dipendente pubblico, fannullone e assenteista; gli spettatori esterofili. Alla fine il messaggio non passa, così come la noia di una storia che non decolla mai. Anni più tardi Boris - Il Film ha ritentato l'impresa, con altri mezzi, sbozzando le macchiette e riuscendo quantomeno ad intrattenere.
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