Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
il delitto del signor episcopo è stato quello di non aver saputo riconoscere i propri limiti, più che dar retta all'avventuriero vanzer che lo condurrà alla rovina? il mesto scribacchino che da sedici anni serve l'archivio immerso nell'inchiostro e nella polvere di migliaia di documenti accatastati, una sera esce dal guscio protettivo della sua stanza in affitto della signora adele e si reca in un locale dove i colleghi giocano al bigliardo e delle ballerine discinte danzano su di un palchetto. trascinato all'interno viene istantaneamente preso di mira dai colleghi che gli scroccano da bere e letteralmente preso per sbaglio a bicchierate dal suddetto vanzer in lite con doberti (sordi)per dei debiti di gioco. accompagnato dal medico mentre inveisce contro i poveracci impiegatucci, vanzer vede uscire dalla tasca della giacca di episcopo il libretto bancario dei risparmi e subito studia la maniera per impadronirsene. in breve vanzer strappa episcopo dalle protettive mura della casa della signora adele per portarlo nel suo rifugio alla pensione california gestito da emilia canale(la ninchi)e dalla figlia ginevra(la sanson) di cui episcopo s'invaghisce. è lo stesso episcopo che ci introduce ai suoi guai all'inizio del film descrivendo la sua vita fatta di lavoro, stanzetta in affitto, un canarino e una tartaruga. e anche se episcopo si rende conto di essere solo un dispensatore di denaro per vanzer non riuscirà a fermarsi dal dilapidare i suoi risparmi ora ridotti alle sole diecimila lasciate in eredità, vittima di un vile ricatto del villain che lo minaccia di leggere pubblicamente una lettera d'amore scritta alla bella ginevra. inseguito dalla polizia per un furto e scappato in argentina, vanzer libera episcopo da quel ricatto, ma non dal rendersi ridicolo chiedendo alla bella ginevra di sposarlo e di indebitarsi fino al collo per rendere felice un'arrivista degna complice, insieme alla madre, del fuggitivo. assistiamo così alla caduta del ligio impiegatuccio, che non può addossare la colpa delle proprie disgrazie a nessuno se non a se stesso. durante una lite furibonda con ginevra, lei gli confessa di aspettare un bambino e solo il frutto di questo sfortunato connubio, permetterà all'uomo di rilasire una china che sarà ripidissima e irta di ostacoli. giovanni episcopo è si un uomo troppo buono, ma è anche un uomo che non è in grado di affrontare la vita. com'è messo in condizione di vedere cosa succede al di fuori della sua cameretta in affitto, viene sommerso e schiacciato dagli stimoli. sa che vanzer è un farabutto e che quando avrà svuotato il libretto bancario se ne le libererà senza troppi scrupoli, eppure non se ne libera, non dice NO ed è disposto a sottrarre liquidità dal posto di lavoro, pur di non venir sbertucciato di fronte a tutti coi suoi versi di poetucolo, reo di aver scritto frasi d'amore ad una bella che non sarà mai sua.... mai se non quando questa lo vedrà come unica via d'uscita da una vita di provincia in mezzo ai parenti contadini. il delitto di giovanni episcopo è anche quello di aver contribuito scientemente alla propria rovina, accecato dalla possibilità più unica che rara di possedere una donna che altrimenti non avrebbe mai potuto avere. sulla via del delitto del titolo, giovanni episcopo ci si è messo da solo, poichè non è certamente tentando di commuovere vanzer col figlioletto piccolo, che potrà impedirgli di portarsi via la procace ginevra già pronta con le valige fatte, tra l'altro. ottimo dramma che gioca in accumulo senza mai utilizzare il troppo come ricatto per lo spettatore. sapendo che prima o poi episcopo commetterà un delitto, poichè non può essere altrimenti avanzando nella visione delle sue autoinflitte disgrazie, vi entriamo quasi in modo scientifico, come in un procedural crime dove si analizzano scientificamente e socialmente i fatti che hanno portato al fattaccio. la maschera dell'immenso aldo fabrizi fa si che spesso ci si soffermi sull'irritazione che il suo personaggio provoca per colpa del lassismo che lascia che tutto gli capiti. gli altri "giocano" i propri ruoli attorno a questo personaggio che in alcuni momenti sembra vivere in una dimensione parallele, tanto è distante dagli altri. roldano lupi è vanzer, la spina che lo ha infettato e che una volta spurgati tutti i liquidi infetti è venuto fuori ciro, il figlioletto tanto amato e unica ragione di vita. yvonne sanson è ginevra la donna perduta per cui episcopo si perderà e da cui avrà il figlio. giovane vittima di desideri troppo alti e di avventurieri di malaffare. nando bruno è antonio, l'unico collega che tratti episcopo come una persona. in una interpretazione misuratissima, è come al solito necessario.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta