Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Un ineccepibile Aldo Fabrizi offre con questa prestazione uno dei suoi migliori ruoli drammatici. In balìa della donna per la quale ha perso la testa e di un falso amico che lo raggira, percorre l’intera vicenda con lo sguardo smarrito, con un’ingenuità che ricorda il professor Unrat dell’”Angelo azzurro” di Josef von Sternberg. Come quest’ultimo, corre verso la sua rovina, salvando però la sua dignità e il suo amor proprio. L’obiettivo palese era quello di strappare qualche lacrima e, all’epoca, dovette funzionare. Oggi, lo si rivede forse con curiosità diversa, assaporando in particolare la ricostruzione di Roma all’inizio del XX secolo e la scioltezza della narrazione. Alberto Sordi appare in un ruolo secondario, magro, con un paio di baffetti. Naturalmente, primeggia sulle altre comparse. “Il delitto di Giovanni Episcopo” mi ha ricordato che un film datato non è necessariamente un film brutto o non più guardabile. Significa semplicemente che oggi non lo si farebbe più così, che il linguaggio e il modo di recitare sono cambiati. Qualcuno si è stupito del fatto che, all’epoca, Alberto Lattuada avesse solo 33 anni. Per molti registi non sono poi così pochi. Colpisce semmai che sia riuscito a raggiungere questo livello artistico a soli due anni dalla fine della guerra, dopo un ventennio di creatività soffocata.
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