Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Soderbergh elabora il trauma dell isolamento da COVID attraverso il disagio di una giovane ragazza che ha sviluppato il disturbo dell'agorafobia, e per questo vive letteralmente in isolamento. Mangiare, lavorare, curarsi i denti, ogni rapporto umano passa attraverso la tecnologia.
La scoperta e la denuncia di un delitto attraverso l'ascolto di una registrazione di Kimi ( una sorta di Alexa) innesca una serie di eventi che la porteranno a rischiare la vita.
Il regista fa centro non c'è che dire, un indagine nata per caso che diviene via via un ciberthriller, che è anche la battaglia esistenziale di Angela ( Zoe Kravitz, bravissima) contro l'uso di una tecnologia invasiva e per questo mostruosa nella sua apparente banalità. Soderbergh porta avanti il racconto come al suo solito, fra escamotage visivi, montaggio frenetico e riprese in continuo movimento. Si passa dalla staticità rassicurante dell'appartamento alla pericolosa frenesia della strada.
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