Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Quanti di voi parlano quotidianamente con la voce calda di Siri, per alcuni unica compagnia presente da giorni, mesi, anni, vera amica che risolve problemi? La recensione 'Kimi - Qualcuno in ascolto' al Noir Film Festival
c per alcuni unica compagnia presente da giorni, mesi, anni, vera amica che risolve problemi?c che, se arricchita e aggravata da una pandemia dove, la chiusura forzata, rende tutti più autistici e soli, chiaramente sfocia e ottiene l'interesse degli astanti.
Ricerce e triangolazioni, rilettura di file, decriptazione di vocali, dubbi sulla legittimità del possesso dati e quindi voce e registrazioni, nel caso di 'Kimi', nel caso domotica, sono i fil rouge del film, che diventa interessante se alla privacy o alla sua violazione, si dovesse malauguratamente aggiungere un omicidio ad essa collegato. O attraverso di essa risolvibile, con apertura dei files e conseguente fallimento in borsa della società produttrice.
Fino a che punto possiamo ascoltare gli altri, ottenerne dati, spiarli, convogliarli nelle scelte, negli acquisti in sostanza, possedere le loro vite ? Questo e kolti altri gli inetrrogativi che il film volente o nolente, ma in una seconda anticamera, parallela allo script solleva e induce alla riflessione,
Sempre originale Soderbergh, sa volare un attimo più avanti del previsto e prima degli altri. Lo aveva fatto con 'Contagion' dove anni in anticipo, circa 10, aveva previsto e filmato la pandemia da pipistrello. Ora con la brava Kravitz riesce a rendere credibile lo svantaggio che i computer si prendono si di noi e, con essi, coloro che li vendono. Per il denaro disposti a tutto. Sfrutta qui il rapporto tra uomo e tecnologia che come una forchetta si dilata sempre più e colpisce l'interesse di sociologi ed psicologi, che devono tentare di arginare dipendenze persino sui giovanissimi
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