Regia di Alessandro Piva vedi scheda film
Una piccola banda di trafficanti di droga baresi sta aspettando una consegna che dovrebbe avvenire sul binario unico della ferrovia Adriatica, ma subisce alcuni intoppi. Se ne mette alla ricerca, mentre al punto di smercio (una specie di bar-sala giochi che nel tempo si è evoluta prima classicamente in una rivendita di sigarette di contrabbando, poi in un più moderno sito per i videopoker clandestini, ed infine anche in un'area di spaccio) i due referenti devono tenere a bada sia i clienti che aspettano con ansia le nuove dosi, sia la Polizia che effettua i routinari controlli...
Una Gomorra ante-litteram, ma più gentile: la Bari che ci viene presentata è quella iconica con tanto di periferia degradata, traffico caotico, motociclisti senza casco e automobilisti senza cintura, discariche a cielo aperto. Ma i vari balordi, i personaggi che la popolano, appaiono ricchi di umanità, umorismo, violenti più sul piano verbale che fisico, insomma al limite sembrano anche poco "cattivi"...
Se Carrarmato, il capo-banda, chiede ad un amico della Polizia Stradale il favore di farsi annullare la multa per divieto di sosta o se i due ragazzi che cercano il pacchetto di cocaina - una volta scoperto che è finito nelle mani di due adolescenti - non solo non glielo sottraggono con la forza, ma addirittura glielo pagano, può sembrare che il Regista stia in qualche modo descrivendoli come persone quasi-perbene che sbagliano; mentre in realtà siamo di fronte ad una ironia di fondo sull'essenza stessa dell'essere un (piccolo) criminale.
E' indubbio che Alessandro Piva manifesti una certa benevolenza nei confronti dei personaggi che sta narrando, ma ciò non toglie nulla alla freschezza della storia, capace nel suo minimalismo di presentare uno spaccato della vita di periferia non solo di Bari ma di molte grandi città.
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