Regia di Michael Radford vedi scheda film
Dopo un film profondo come "Il Postino" chiunque sarebbe stato messo alla prova. Nella seconda pellicola di Michael Redford si respira tutt'altro che la solarità e la poesia dei sentimenti, piuttosto la loro nemesi: la città, l'oscurità quindi il noir, la quotidianità austera. La storia che coinvolge Asia Argento e il suo nuovo definitivo amore è una storia rosa che non trova pace, c'è sempre l'ombra della sua precedente vita da criminale che incombe sul suo presente. Ma nonostante questo ce la farà. Dopo un rapido regolamento di conti, dove metaforicamente il marcio del passato viene reciso, e anche purificato dall'ambiente selvaggio del nord Inghilterra, Asia Argento alias B. Monkey riuscirà a trovare la dimensione tanto sperata. E le modulazioni con cui si arriva al finale non sono poi male. C'è un'atmosfera ovattata, quasi onirica, personaggi tratteggiati bene e interpretati meglio (Argento, Everett e Rhys-Meyers), una regia che accarezza con dolcezza i personaggi nonostante siano abbruttiti dal loro ruolo nel mondo. Su tutti spicca Jonathan Rhys-Meyers che presta il suo viso androgino ad un personaggio per nulla sterile. Gli riesce bene la parte della checca isterica, ed è grandissimo nel finale in cui tutte le sue contraddizioni si alternano rapidamente, ad ogni battito di ciglio. In più, il pregio della regia di Redford sono i primi piani: non ne lesina uno, nemmeno quelli che parrebbero di troppo. Un noir quindi molto affascinante e seduttivo come il corso della notte, che eliminando le ombre del giorno, lascia i suoi perdenti protagonisti per quello che sono.
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