Regia di Gregg Araki vedi scheda film
Jules e Jim, ai tempi del condom, degli arredamenti trendy, della precarietà esistenziale e lavorativa, della confusione sessuale, vivono in California. Frequentano i set cinetelevisivi, le discoteche, i bar, gli uffici, gli hotel da weekend, gli interni notte di una modernità inventata dagli stilisti, dai designer, dai dj e dai registi fedeli a un realismo di plastica. Gregg Araki è un esperto, un po’ sfiatato, di un cinema in cui il prefisso “post” si potrebbe aggiungere a una gamma, esplorata, abusata, standardizzata, di parole-feticcio. Racconta, senza fatica, i coetanei o i simpatici e acerbi frutti delle generazioni z,y,z, o l’idea pop e patinata di quelle generazioni. Ha un certa sensibilità per il gergo verbale e psicologico di questi eterni giovani. Girato in 28 giorni nel 1998, questo ultimo capitolo delle mille luci di L.A. è orchestrato dalle confessioni (sguardo in camera ad interpellare gli spettatori) di Veronica, innamorata di Abel e Zed. Le aspirazioni dei tre amanti-amati sono il cinema, la letteratura e la musica. La neochimica dei sentimenti impone una convivenza a tre, sotto lo stesso tetto e nello stesso letto. La protagonista rimane incinta, sta per sposare l’uomo perfetto, ma i due conoscono a memoria alcuni classici recenti.
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