Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Cinque splendide figlie nascondono una disperazione che nessuno vede o capisce.
*** CONTIENE ANTICIPAZIONI *** E' un film duro da mandar giù, e crudo più per quello che succede fuori campo che quello che si vede; il suicidio di una persona, infatti, è sempre un evento amaro, e lo è proporzionalmente di più se quella persona la conoscevamo e magari l'amavamo. Tuttavia, il fatto che la pellicola non fornisca una tesi la rende accettabile al mio palato. In ogni caso, Sofia Coppola sembra aver ricevuto per infusione od osmosi una parte non piccola del talento del padre.
Se non è un film a tesi, la pellicola mostra tuttavia diversi elementi che non vanno bene nella vita delle sorelle, come una madre dirigista e iperprotettiva, e un padre succube di lei, senza spina dorsale e ottuso. In particolare, la madre forse neppure si rende conto che il costringere la figlia maggiore a bruciare i suoi dischi preferiti è una violenza psicologica; per non parlare del rinchiudere le figlie in casa dopo l'incidente del ballo. Chiarite le responsabilità dei genitori, non si può però sorvolare sul comportamento del “figo” della scuola, che di fatto, noncurante, getta il mozzicone di sigaretta nella polveriera. Pur sapendo infatti della sua situazione domestica, persuade la riluttante innamorata a passare la notte fuori casa. E, dopo aver ottenuto da lei quello che voleva, se ne va abbandonandola al suo destino.
Inoltre, tra genitori e figlie manca completamente il dialogo. Le cose non vanno meglio quanto allo psicologo (Danny de Vito in un cameo), che non sa offrire altro che quei test idioti. Non prova neppure a parlare a tu per tu con la ragazzina, per capire il male che si porta dentro.
Infatti, quello che rimane abbastanza inspiegabile nonostante il contesto familiare è il suicidio di questa prima sorella, solo tredicenne. E ciò sia per il modo in cui lo fa, che per la difficoltà di trovare un motivo concreto per il tragico gesto. La Coppola ci mostra in quest'episodio una padronanza del linguaggio cinematografico che non è da tutti. Quando inquadra la ragazzina salire al piano di sopra, ci si gela il sangue nelle vene e si capisce subito tutto.
Quanto agli attori, le ragazze sono tutte carine e più o meno brave, a cominciare dalla maggiore Kristen Dunst. James Woods, nel ruolo del padre, riesce a darci un ritratto convincente di un uomo ottuso e banale, oltre che pavido e debole. Kathleen Turner, invece, forse passava per caso nei pressi del set. Il suo personaggio di mamma dirigista la spunta, ma è evidente che l'attrice è distratta e poco convinta. La regista, non so se per questo o per altro, la inquadra poco e da lontano.
E' una pellicola dura e problematica, che sconsiglio a bambini e adolescenti. PS: il titolo italiano, come spesso accade, è fuorviante, perché fa pensare a qualche setta o a suicidi rituali.
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