Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Raccontando delle sorelle Lisbon e del loro tragico destino, l'esordiente Sofia Coppola mette in scena la prima tappa ("Lost in Translation" e "Marie Antoinette" completano la sequenza) di un'emancipazione personale e cinematografica che trasfigura quella intrapresa dalla regista nei confronti dell'ingombrante genitore, messo in discussione dal punto di vista artistico attraverso figure femminili se non ribelli, certamente fuori della norma per la forza con cui cercano di ritagliarsi il proprio posto nel mondo. "Il giardino delle vergini suicide" nonostante la dose di reminiscenze Coppoliane, alimentate dalla nostalgia nei confronti di un passato che non può più tornare ("Peggy Sue si è sposata", "I giardini di pietra") trova la sua strada nel delicato romanticismo con cui descrive il paradiso perduto di una giovinezza interrotta anzitempo. Tra vecchie glorie e nuove scoperte a essere davvero indimenticabile è la Lux di Kirsten Dust. A lei va il nostro cuore e quelli di coloro che hanno amato il film.
(pubblicata su ondacinema/Speciale Registi - Il Miglior Film Di Sofia Coppola)
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