Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Prodotto dalla American Zoetrope di Francis Ford Coppola, il primo film della figlia, Sofia, non raggiunge i livelli di Lost in Traslation, ma rimane comunque un buon film, anche se con qualche ingenuità (come il recente, ma più divertente e riuscito, Marie Antoinette e il Leono d'oro Somewhere).
Le protagoniste sono le cinque sorelle Lisbon, da cui il titolo del film, Il giardino delle vergini suicide, che un giorno sono protagoniste di un terribile trauma: una di loro, la più giovane, Cecilia (Hanna Hall), dopo un tentato suicido, si butta dalla finestra e muore. Le scuole e la famiglia (il padre è un professore [James Woods] della loro stessa scuola) si mobilitano subito, tentando di mettere a corrente i ragazzi dei pericoli della vita. Lo psicologo della ragazzina, pensando che il suicidio sia dovuto all’atteggiamento troppo protettivo della famiglia, suggerisce di lasciare più libere le altre ragazze, al fine di scongiurare altri incidenti. Conseguenze tragiche.
Prima ancora del successo di Lost in Traslation, con Il giardino delle vergine suicide Sofia Coppola aveva tentato con risultati alterni di ricostruire l’atmosfera e il grigiore dell’ambiente familiare e scolastico dell’epoca, con annessa critica, contrapposti alla folle vitalità dell’ambiente giovanile. Ma la sua visione appare in fondo un poco scontata, già vista, banale nella caratterizzazione di alcuni personaggi. Banalità in parte risollevate dall’atmosfera onirica e straniante del giardino delle vergini suicide, cosa insolita per un film drammatico. Ma la regia rimane poco personale, alcune invenzioni poco brillanti: Sofia maturerà con i film successivi, molto originali.
Rimangono impresse nello spettatore le immagini delle cinque ragazze, enigmatiche, banali, seducenti, uguali al film.
VOTO: 6-
Deve ancora maturare, ma il talento c'è.
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