Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Il film che mi sembra più vicino a questo è Picnic ad Hanging Rock: entrambi parlano di ragazze misteriosamente scomparse. Poco importa che qui, a differenza che in Weir, la loro destinazione sia tragicamente chiara (la tomba): non altrettanto chiari sono i motivi che ce le hanno condotte. D’accordo, i genitori hanno una mostruosa normalità (un plauso a Kathleen Turner imbruttita e ingrigita, lontanissima dall’immagine di Brivido caldo), ma non sembra un motivo sufficiente a spiegare una decisione così estrema. Molto indovinata la scelta di affidare la voce narrante a uno dei ragazzi che le ammira da lontano, senza sospettare i loro terribili segreti: così le cinque sorelle rimangono creature eteree, inafferrabili (“loro sapevano tutto di noi, e noi non le capivamo affatto”), vittime di non si sa quale oscuro male di vivere, che vanno incontro alla morte sorridendo come fosse un gioco; ed è significativo che la prima a uccidersi sia proprio la più piccola, quella che ha visto nelle altre il destino a cui va incontro e ha deciso di risparmiarselo. I ragazzi restano soli a rimpiangerle, a osservare la stupidità dei loro coetanei e a riflettere su quali angosce possano nascondersi in un’adolescenza. Resta, almeno finora, il miglior film di Sofia Coppola.
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