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Il giardino delle vergini suicide

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Il giardino delle vergini suicide

di steno79
8 stelle

Rivisto a distanza di tanti anni in occasione della nuova distribuzione in sala, "The Virgin suicides" si rivela un'opera prima di fascino inconsueto, un film d'esordio che già dimostra la competenza tecnica e lo spessore autoriale di Sofia Coppola, pur realizzato in condizioni produttive probabilmente privilegiate, ma questo è un altro discorso.

Un film per molti versi tragico e disperato che però risulta affascinante proprio in virtù della sua capacità di penetrare l'immaginario adolescenziale sia delle cinque sorelle che danno il titolo alla pellicola, sia dei ragazzi che le corteggiano, fra i quali si trova il narratore attraverso la cui voce off (in originale di Giovanni Ribisi) ci viene introdotta tutta la vicenda. Film onirico e visionario, dimostrazione di quale potere di suggestione abbia il cinema quando in cabina di regia siede un autore dalla personalità spiccata, "The Virgin suicides" ha una sceneggiatura che forse non risulta del tutto chiara sulle motivazioni psicologiche che possono portare a gesti di una gravità estrema, però bisogna dire che forse si tratta di una scelta voluta quella di lasciare un margine di ambiguità a personaggi e situazioni, e comunque chi ha letto il romanzo di Jeffrey Eugenides sostiene che lo script sia molto fedele alla pagina scritta. Dunque non saprei se fare pesare come difetto questa indeterminatezza un po' vaga della scrittura; tuttavia, la Coppola mostra chiaramente i rischi a cui si viene esposti da un certo fanatismo di matrice protestante che in America fino agli anni 70 aveva certamente un'ampia diffusione. Accompagnato dalle seducenti musiche degli Air e valorizzato da un'ottima rievocazione ambientale, il film trova nel cast importanti motivi di riuscita, a partire dal recupero di volti iconici del passato come James Woods e Kathleen Turner nel ruolo dei genitori, entrambi molto efficaci, fino alla prima di molte collaborazioni con la regista per l'allora giovanissima ma già determinata Kirsten Dunst, nonché le buone partecipazioni di attori come Josh Hartnett e Michael Pare'. 

Insieme al successivo "Lost in translation" forma un dittico di indubbia rilevanza estetica e narrativa, pur non arrivando nessuno dei due film al capolavoro, ma si tratta di pellicole vitali, a modo loro coraggiose, certamente più originali di quello che la regista ci ha dato negli ultimi anni.

Voto 8/10

Kathleen Turner, James Woods

Il giardino delle vergini suicide (1999): Kathleen Turner, James Woods

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