Regia di Samira Makhmalbaf vedi scheda film
Interamente girato sulle sassose montagne dell'Iran, questo film offre uno spaccato semplice e autentico di una società rurale ed arcaica, per di più assediata dalla fame e dalla guerra, e quindi, per mille motivi, refrattaria al concetto di istruzione. In questo mondo arretrato e confuso, l'insegnante si aggira come un mendicante, ripetendo ossessivamente, a chiunque incontri, a mo' di nenia, l'offerta dei suoi servizi: imparare a leggere e a scrivere, imparare le tabelline. Purtroppo, però, in mezzo ad anziani profughi e a bambini contrabbandieri, la lavagna di legno, che con tanto sforzo porta sulle spalle, è soltanto un tavolaccio infangato che a tutto serve, fuorché a fare scuola. E così egli si ritrova povero tra i poveri, screditato ed incompreso, inutile e disperatamente solo. Quest'opera colpisce per la linearità, scarna e solare, della sceneggiatura, che riesce a far parlare il dramma mediorientale attraverso le banali faccende ed i discorsi insignificanti di alcuni gruppi di persone, ritraendo una miseria e un'ignoranza prive di colore etnico, però cariche di una dignitosa e forte umanità.
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