Regia di Roberto De Feo, Paolo Strippoli vedi scheda film
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Una ragazza giovane e in carriera, ma con un impellente problema da risolvere, decide di tornare dalla madre in Calabria per porre termine al suo dilemma. Per questo usufruisce di un servizio di "car pooling" e si ritrova nel luogo indicato, per salire a bordo di un camper condotto da un ragazzo un po' impacciato. Gli altri passeggeri sono una coppia di giovani stranieri e un medico scontroso e riservato che mal sopporta quel clima scanzonato che viene a crearsi tra i viaggiatori. Attraversando un bosco fitto sul fare della notte, l'inglese a cui il guidatore ha concesso controvoglia il cambio, finisce fuori strada per non urtare un animale. Dopo una notte di inquietudini, la mattina gli occupanti del camper scoprono che lo stesso non sta a pochi passi dalla strada, ma piuttosto vicino ad una radura ove si distingue, poco lontano, una tetra costruzione in legno che pare una chiesa.
Nel bosco vicino intanto degli inquietanti simboli esoterici con teste di animali mozzate, suggeriscono che un gruppo di gente locale cerchi di spaventare quei cinque forestieri. Nel lugubre luogo di culto, i cinque scoprono che quella chiesa è consacrata al culto pagano di tre sinistre figure, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, di cui il padrone del camper conosce assai bene le controverse, leggendarie gesta. L'atteso ritorno in regia del Roberto De Feo di The Nest, per l'occasione coadiuvato da Paolo Strippoli, si consuma con un omaggio stravagante e senza reticenze alcune, al cinema horror on the road americano, in grado di aver prodotto nei decennio passati, soprattutto tra i '70 e gli '80, capisaldi di genere e cult assoluti come Le colline hanno gli occhi, Non aprite quella porta, Wrong turn o Cabin fever, tutti a loro volta in grado di produrre serialità e remakes senza sosta, spesso frettolosi ed inconsistenti rispetto ai relativi capostipiti.
De Feo e Strippoli omaggiano, rubacchiano qua e là, convinti che giocando a carte scoperte tutto ciò sia lecito ed opportuno, e cercano di escogitare l'idea a sorpresa, che se con The Nest sopraggiungeva in extremis e quasi oltre il tempo massimo, ma potente e suggestiva, qui si sviluppa già poco dopo le premesse, spostando la inquietante provincia americana verso una inedita e non meno disturbante boscaglia di un non-luogo calabrese. E se l'ambientazione convince, tutto il resto molto meno: come si accennava sopra, si scopiazza senza pudore ammettendolo già dal titolo...si cerca con affanno il sorpresone che stordisca e susciti ammirazione sullo spettatore, con citazioni che sono scopiazzature senza scusanti....la scena di Wrong turn è plateale.... Certo è pur vero che in un horror con Gino Paoli e ancora più il grandissimo Sergio Endrigo (La casa in via dei matti....) in colonna sonora, non capita poi così spesso di imbattervisi.
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