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A Classic Horror Story

Regia di Roberto De Feo, Paolo Strippoli vedi scheda film

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La recensione su A Classic Horror Story

di Gangs 87
6 stelle

Un gruppo di cinque persone quasi tutti sconosciuti tra loro, viaggiano a bordo di un camper che li conduce ad una comune destinazione. Per evitare la carcassa di un animale che gli sbarra la strada, si schiantano contro un albero; quando riprendono i sensi la strada è scomparsa e si ritrovano in un fitto bosco al centro del quale campeggia una misteriosa casa di legno.

 

Considerando che un film acquista vigore e pregio nel momento in cui ha la capacità di raccontare qualcosa, spesso anche di già noto, attraverso un linguaggio nuovo o almeno diverso, affidarsi a continue citazioni ha finito per estirpare dalla pellicola quella sorta di unicità che almeno in parte possiede.

 

Se volessimo elencare i film e i registi citati in questa pellicola italiana, non basterebbero le battute consentire per una recensione, il che ci porta a pensare che i due registi di cui il film è opera, Roberto De Feo e Paolo Strippoli, due esordienti manco a dirlo, o sono coraggiosi o sono sprovveduti.

 

Di certo ci vuole un bel po’ di coraggio a decidere di raccontare un horror attraverso l’intreccio di un film nel film, con tanto di capacità di “prendersi in giro”, (vedere la scena finale per credere, ad un certo punto c’è qualcuno che guarda il suddetto film da una piattaforma e finisce per giudicarlo senza nemmeno guardarlo), certamente non è da tutti e dona alla pellicola un carattere non scontato.

 

Ma quella sorta di obbligatorietà che ad un certo punto inizia ad aleggiare nell’aria in cui sembra necessario collegare ogni scena ad un'altra pellicola horror, in un modo che sembra più una presa in giro che una citazione da fan, induce a pensare che i due registi siano stati sprovveduti ad addurre al loro originale film un tono sarcastico e critico a tal punto da renderlo spocchioso.

 

Inoltre, sono troppi i protagonisti per la poca trama propria, per una sceneggiatura imbastita ma non sviluppata mai del tutto che finisce per restituirci dei personaggi di cui sappiamo poco all’inizio e anche meno alla fine.

 

Considerando l’esoso budget a disposizione (3.000.000 di euro) di certo ci si poteva aspettare qualcosa di meglio. Plauso positivo senza dubbio alla scelta delle canzoni che compongono la colonna sonora, chicche non scontate e degnamente inserite in un contesto impensabile.

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